Dal 17 al 19 febbraio le eccezionali scoperte archeologiche emerse durante i lavori del Nuovo Museo della Città, alla Loggia dei Banchi, saranno aperte al pubblico con visite guidate.
Grazie a un intervento finanziato dal ministero della Cultura, promosso dal segretariato Regionale per la Liguria e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città di Genova e la provincia di La Spezia, negli ultimi mesi del 2021 importanti rinvenimenti archeologici sono emersi nel corso dei lavori avviati all’interno della monumentale Loggia dei Banchi per la realizzazione del Museo della Città.
Il Museo della Città di Genova, fortemente voluto e diretto dal Comune, è finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
La scoperta al suo interno di uno straordinario complesso archeologico è stata da subito interpretata come un’eccezionale opportunità di accrescere il potenziale attrattivo del Museo. È stato pertanto immediatamente istituito un tavolo tecnico tra Segretariato, Soprintendenza, Comune, Regione e progettisti incaricati per la definizione di uno specifico Accordo di Valorizzazione tra gli Enti competenti e l’istituzione di un Comitato scientifico per la progettazione del nuovo intervento espositivo.
Prima che il cantiere della Soprintendenza riprenda per completare i lavori di approfondimento e restauro necessari alla musealizzazione del sito, il ministero della Cultura e il Comune, con la condivisione di Regione Liguria, vogliono offrire la possibilità di ammirare in anteprima questo affascinante spaccato della vita di Genova nel Cinquecento.
«Dagli scavi di cantiere nella Loggia di Banchi – commenta Barbara Grosso, assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova – è emerso un affascinante sito archeologico. Un vero tesoro custodito nella Genova sotterranea, che i cittadini potranno visitare e apprezzare prima che riprendano le opere per la realizzazione del Museo della Storia della Città, che sarà un luogo iconico di auto rappresentazione urbana, contenitore di un passato ricco di gloria e di spirito di iniziativa. Un posto dove i turisti potranno scoprire chi siamo, mentre i genovesi riscopriranno chi eravamo nel passato, per capire chi vogliamo essere nel futuro».
«Abbiamo creduto subito, lo scorso agosto, al valore di questa scoperta – dichiara Ilaria Cavo, assessore alla Cultura di Regione Liguria – Oggi è importante che si dia una possibilità di godere di questa visione ai cittadini e a coloro che vorranno prenotarsi alle visite che, seppur contingentate, daranno il senso di cosa diventerà questo luogo con la possibilità di vivere la storia di Genova nei secoli dall’età romana ad oggi in una stratificazione unica».
«La nostra Fondazione – dichiara Alberto Anfossi, segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo – opera per valorizzare le identità culturali e creative di ogni territorio e per renderlo più fruibile e attrattivo nei confronti del turismo. Il Museo della Storia di Genova e l’importante recupero della Loggia della Mercanzia rappresentano un’opportunità di crescita sia per la città sia per le persone che la abitano e che lo sceglieranno come spazio in cui far nascere nuove occasioni di conoscenza, di lavoro e di sviluppo. Collocato fra il porto antico e la stazione ferroviaria principale, il Museo è localizzato di fronte alla chiesa di San Pietro in Banchi; già sede di eventi e mostre temporanee, con questo progetto diventerà istituzione culturale cittadina di riferimento».
Il sito verrà aperto al pubblico nelle giornate dal 17 al 19 febbraio, con visite guidate curate dagli archeologi impegnati nei lavori.
A oggi il cantiere di scavo condotto dalla Soprintendenza ha messo in evidenza due isolati della città medievale, sepolti al momento della costruzione della Loggia nel 1595, separati da vicoli e fiancheggiati da un’antica strada, corrispondente all’attuale via degli Orefici. L’eccezionalità del rinvenimento consiste nello straordinario stato di conservazione degli ambienti, sigillati al momento dell’abbandono: una bottega e un fondaco, conservato con elevati che superano i 3 m di altezza. Al loro interno le strutture di approvvigionamento idrico (condutture, canalizzazioni, pozzi e cisterne) e gli apprestamenti per le attività commerciali e artigianali (banconi che sostenevano tavolati di lavoro e di stoccaggio delle merci). La lettura delle stratigrafie murarie consente di valutare come il primo impianto medievale possa risalire già alla metà del XII secolo, cui seguirono successive modifiche e ristrutturazioni fin quasi al momento della demolizione alla fine del ‘500. La ricerca d’archivio, ancora in corso, ha consentito di individuare la proprietà degli immobili appartenente ad antichi gruppi nobiliari (gli Usodimare, i De Nigro e gli Imperiale), e ricostruire la maglia insediativa di questo specifico settore della città, centro della vita economica e finanziaria, con le attività dei notai, dei cambi valuta e le vendite pubbliche all’asta, tra cui le famose compere del Banco di S. Giorgio.
La Soprintendenza sarà impegnata nella prosecuzione delle indagini archeologiche, negli ulteriori studi e nelle opere di restauro anche nei primi mesi del 2022, per agevolare, insieme al Comune, l’affinamento di ipotesi progettuali che permettano di salvaguardare e rendere fruibile questa nuova affascinate area archeologica all’interno del percorso del Museo.
Per la realizzazione della campagna diagnostica, per la determinazione dello stato conservativo, ci si avvarrà anche della collaborazione dei laboratori scientifici dell’Arpal. Si tratta di un sito medievale di grande valore, collocato in un contesto urbano eccezionale, che lascia presagire ulteriori nuove e interessanti scoperte che permetteranno di arricchire la storia della città nelle epoche più remote: dagli scavi emergono le prime strutture e i livelli di vita di epoca romana, ricchissimi di frammenti di anfore provenienti dalle navi che attraccavano in porto, testimonianza preziosa di come la zona di Banchi attraverso i secoli abbia svolto il fondamentale ruolo di crocevia strategico tra il porto e la città.
Modalità di visita
Visite ogni 30 minuti. Giovedì 17 e Venerdì 18 febbraio: 14.30 – 15.00 – 15.30 – 16.00 -–16.30. Sabato 19 febbraio: 10:00 – 10:30 – 11:00 – 11:30 – 12:00.
Numero massimo di partecipanti per turno di visita: 10.
Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria al numero 3351278679 (anche WhatsApp) o email enjoygenova@archeologia.it
Necessario super green pass. Si consiglia di indossare scarpe basse e chiuse.