Da una città disorientata, frammentata, in cerca di una vocazione e di una identità e tutt’altro che “meravigliosa”, a una città nuova, positiva, che sia comunità, che sappia coniugare lo sviluppo economico e la giustizia sociale. Secondo quanto riporta l’agenzia Dire, è questa la Genova che vuole Ariel Dello Strologo, il candidato sindaco del campo progressista, che si è presentato ufficialmente oggi pomeriggio, nel giardino di Mentelocale, a Palazzo Rosso.
Presenti tutti i rappresentanti delle 12 forze di centrosinistra che lo sostengono: «Abbiamo scoperto che la sinistra esiste ancora e che centrodestra e centrosinistra non sono la stessa cosa e danno risposte diverse – spiega – non volevo essere solo il candidato del Pd, volevo che ci fossero le condizioni per vincere e dare una mano ad aiutare il centrosinistra a ritrovarsi, ricompattarsi e formulare la proposta credibile, nuova e convincente per una città in cui le disuguaglianze sociali sono sotto gli occhi di tutti». E questo sarà il tema più ricorrente nei cinquanta minuti di discorso del presidente della comunità ebraica genovese. «La lotta alle disuguaglianze – ribadisce – non è un punto del programma, è il programma. Disuguaglianze economiche, sociali e sanitarie, in una città che vede un quinto della sua popolazione, 100-120.000 persone sulla soglia della povertà. Una città che, nel pieno di una crisi economica, non ha un assessore ai servizi sociali».
Per garantire una “ridistribuzione equa della ricchezza” la ricetta di Dello Strologo è «uno sviluppo economico che produca equità e giustizia sociale. Perché la lotta alle disuguaglianze deve essere fatta con la prevenzione, mentre la repressione deve essere l’ultima ratio per fenomeni non gestibili. Una città che dedica uno sforzo eccessivo all’ultimo miglio non è sana perché non ha saputo prevenire l’insorgenza del disagio». E la forma principale della prevenzione, sostiene, è “l’istruzione”. Che deve partire dai primissimi servizi, «in una città che ha 17.000 bambini che vorrebbero andare al nido, ma solo 1.700 posti nei comunali».
Un breve passaggio lo dedica anche alle infrastrutture, tema caldo nella coalizione giallorossa. «Uno dei problemi fondamentali di Genova è il suo isolamento, non solo fisico, ma anche sociale e civile. Questa città ha bisogno di infrastrutture, ma la rottura dell’isolamento deve avvenire nel rispetto dell’ambiente e del pianeta». Per far tornare Genova una città in cui si vive bene, sostiene Dello Strologo, «serve un patto tra generazioni e un piano regolatore sociale, che consenta di indirizzare l’equità sociale in tutti i quartieri della nostra città».
Tra i punti di quello che sarà il suo programma, anche «un impegno forte da parte del Comune, che deve restituire dignità ai suoi funzionari e impiegati». Poi, il capitolo economia fondato su tre pilastri: porto, turismo e industria leggera. «Ho scoperto che abbiamo sei miliardi da investire con il Pnrr, ma non basta spendere e aprire cantieri – illustra il suo pensiero – bisogna che gli interventi che mettiamo in campo abbiano un ritorno sul territorio e consentano uno sviluppo alla città». Sviluppo che, sostiene, «negli ultimi cinque anni non c’è stato, in una città che ha perso 30 mila abitanti. E non vorrei che ne passassero altri cinque».
Tanti i passaggi a volo d’uccello su altri temi: dalla necessità di ridare dignità ai dipendenti comunali, alla volontà di recuperare le tante aree abbandonate della città passando per la necessità di mettere mano a un serio programma di manutenzioni. Insomma, la Genova di Dello Strologo è una «città equa, solidale, ricca e in cui lo sviluppo economico porti ricchezza a tutti».
Prima di poterla realizzare, però, bisogna vincere le elezioni. «Nulla di personale contro il sindaco Marco Bucci, che negli ultimi confronti pubblici che abbiamo avuto è stato simpatico – conclude – ma spero che la competizione elettorale salga di livello rispetto al passato. La mia visione di città e società è diversa dalla sua».
(Foto in apertura: agenzia Dire)