«Nella prima ondata i servizi di spesa a domicilio e sostegno psicologico attivati dai Comuni, con il supporto di una rete solidale capillare, si sono rivelati un aiuto importante per chi era costretto a casa durante il lockdown o perché contagiato. Oggi l’emergenza non è finita e l’aumento esponenziale dei contagi costringe centinaia di persone a rimanere isolate e, se prive di un aiuto, hanno difficoltà anche a farsi portare la spesa a casa. Per questo sarebbe indispensabile che la Regione si attivasse con i Comuni per rimettere in piedi quella rete preziosa che lo scorso anno ha aiutato molte persone: linee telefoniche riservate per gli anziani e un servizio di accompagnamento psicologico con priorità per gli adolescenti e accordi con le associazioni del territorio per la spesa a domicilio».
A dirlo è il capogruppo del Partito Democratico Articolo Uno Luca Garibaldi, guardando alla crescita dei contagi e all’isolamento a cui la quarantena costringe centinaia di persone, spesso sole.
«Durante il lockdown si è costruito un sistema, spesso coadiuvato dagli stessi Comuni, che in questo periodo sembra essere totalmente sparito, è rimasta in piedi solo la rete solidale che va avanti grazie al volontariato. Non esiste invece più la spesa a domicilio che faceva capo ai Comuni e non ci sono più le linee telefoniche del servizio “telefono amico”. I Comuni da soli spesso non hanno la forza, economica di mettere in moto dei servizi così grandi, ma così necessari allo stesso tempo. Per questo ho presentato un’interrogazione urgente alla giunta Toti perché si mobiliti immediatamente per riattivare questi servizi di supporto per i cittadini, che hanno allievato le quarantene di molti in passato».