Aumentano gli ospedalizzati in Liguria tra il 15 e il 22 dicembre, sia per ciò che riguarda i posti letto (sono il 22,9% quelli occupati da pazienti Covid), sia nei reparti di terapia intensiva (il 14,2%). Nella settimana precedente, quella tra 8 e 14 dicembre, le due soglie erano, rispettivamente, al 17% e al 12,2%. Lo rileva l’ultimo aggiornamento dell’osservatorio indipendente della Fondazione Gimbe.
Netto aumento di nuovi casi a distanza di sette giorni, anche in Liguria: i casi positivi ogni 100 mila abitanti sono 558, con un incremento del 57,1% contro il +12,7% della settimana precedente.
Boom di contagi in provincia di Imperia, che registra, per distacco, il peggior dato italiano, con 861 nuovi positivi ogni 100 mila abitanti. Contagi più contenuti nelle altre tre province: 387 a Imperia, 312 alla Spezia, 285 a Genova.
«Da oltre due mesi – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si assiste a un aumento dei nuovi casi, che nelle ultime due settimane ha subìto una forte accelerazione. La media mobile a sette giorni dei nuovi casi è passata da 15.521 dell’8 dicembre a 25.322 il 21 dicembre (+63,2%), un’impennata favorita anche dalla rapida e progressiva diffusione della variante omicron nel nostro Paese, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente».
Netto aumento anche dei decessi: 882 negli ultimi 7 giorni (di cui 45 riferiti a periodi precedenti), con una media di 126 al giorno rispetto ai 95 della settimana precedente.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +17% in area medica e +17,3% in terapia intensiva».
Per quello che riguarda i vaccini, in Liguria sale a 78,2% la percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale. Sono il 2,7% coloro che hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino. Salgono anche le terze dosi: il 51,7% dei liguri l’ha già ricevuta.
«L’impennata della curva dei contagi, la lenta e progressiva congestione degli ospedali, l’incertezza sulla reale prevalenza della variante omicron nel nostro Paese, i dati preliminari sulla sua maggiore contagiosità e le incognite sulla protezione vaccinale – conclude Cartabellotta – aprono scenari che impongono scelte politiche tempestive e rigorose, perché i vaccini da soli potrebbero non essere sufficienti a contrastare l’avanzata della variante, come già ribadito dall’Ecdc e dall’Oms».
A fronte di un quadro epidemiologico in rapida evoluzione e sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, la Fondazione Gimbe invita il governo a considerare le seguenti proposte per contenere la quarta ondata:
Vaccini
Introdurre immediatamente l’obbligo vaccinale per tutte le categorie di lavoratori a contatto con il pubblico e nel medio periodo per tutta la popolazione.
Accelerare la somministrazione delle terze dosi e le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni
Ridurre le tempistiche di somministrazione della dose booster (a 3-4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale), innanzitutto per anziani e fragili
Attuare strategie di provata efficacia per contrastare l’esitazione vaccinale, in particolare per gli over 50 a rischio elevato di malattia grave e per la fascia 12-19 al fine di ridurre la circolazione del virus nelle scuole
Mascherine
Istituire l’obbligo di mascherina FFP2 nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto
Green pass
Allineare la validità del green pass rafforzato ai tempi stabiliti per la somministrazione della dose di richiamo
Estendere l’obbligo del green pass base ai luoghi di ritrovo dove al momento non è richiesto (es. centri commerciali, luoghi di culto)
Altri interventi
Ridurre la capienza massima dei luoghi di aggregazione (es. discoteche, stadi, cinema, teatri)
Vietare lo svolgimento di grandi eventi pubblici per il Capodanno
Incentivare lo smartworking
Emanare norme per una corretta areazione e ventilazione nei locali scolastici e nei luoghi aperti al pubblico