Un viaggio nel calcio-religione di Pier Paolo Pasolini che inizia da una delle sue ultime partite, allo stadio Luigi Ferraris di Genova, alla fine di maggio del 1975, e corre a ritroso, dagli esordi bolognesi al Friuli di Casarsa fino alla sua tragica conclusione, all’idroscalo di Ostia, con quel telo bianco sporco di sangue, a coprire il suo corpo martoriato, mentre a pochi metri di distanza un gruppo di ragazzi gioca a calcio in quello che altro non è che un campetto sterrato di periferia. È il racconto teatrale di Massimo Minella, tratto da “Con le ali ai piedi” di Massimo Minella e Danila Suzzi, che sarà rappresentato il prossimo 22 dicembre, dalle ore 17.45, al Palazzo Ducale di Genova. Introdurrà Tiziana Lazzari.
Lo spettacolo ci mostrerà quanto grande, meraviglioso, stupefacente e attuale sappia essere il calcio secondo Pier Paolo Pasolini, anche a distanza di tanto tempo.
Ci farà immergere nella passione per il calcio di Pasolini, che il poeta vedeva come ultima rappresentazione sacra del nostro tempo, metafora delle grandezze e delle miserie umane, da dare in pasto a una folla plaudente, in cerca di evasione da una vita grama. Il calcio borghese e quello popolare, da giocare per ore fino a non farcela più su un grande tappeto verde o un campo di terra battuta senza un filo d’erba, da rubare anche solo infilandosi in una partita di ragazzi, togliendosi la giacca e rimboccandosi le maniche della camicia.