«La trattativa non è stata interrotta, tantomeno per volontà del ministero dello Sviluppo Economico. Si è semplicemente arenata, in quanto non è stata presentata alcuna offerta vincolante e cauzionata. E noi non possiamo aspettare oltre». Così il commissario straordinario di Piaggio Aerospace, Vincenzo Nicastro, ha aperto ieri l’incontro con le rappresentanze sindacali territoriali che si è tenuto nella sede dell’Unione Industriali di Savona. Tema della riunione: un aggiornamento sul processo di vendita degli asset aziendali di Piaggio Aerospace, dopo che notizie di stampa avevano riferito di “negoziazioni interrotte” con gli ipotetici compratori, la cordata guidata dal fondo Summa Equity.
«Il gruppo di potenziali investitori che avevamo individuato l’estate scorsa si è limitato a renderci note le condizioni che avrebbero posto all’acquisto − ha spiegato Nicastro − Vincoli per altro non coerenti con il disciplinare di gara a suo tempo da loro stessi incondizionatamente sottoscritto e per lo più legati ad eventi di difficile realizzazione. In pieno accordo con il Mise, abbiamo dunque deciso di non rimanere fermi, e di proseguire con la ricerca di un soggetto interessato a rilevare i complessi aziendali e a salvaguardare integrità dell’azienda, occupazione e competenze».
Nel corso della riunione, il commissario ha ricordato come il gruppo fosse stato scelto dopo un lungo iter di selezione che lo aveva portato ad avviare “una trattativa in esclusiva”: privilegio che è scaduto il 15 settembre scorso, «senza che nei successivi due mesi sia stato fatto il passo formale che ci aspettavamo − ha commentato − Con il venir meno di molte delle restrizioni ai viaggi che hanno caratterizzato la prima fase della pandemia, abbiamo già raccolto l’interesse di vari altri soggetti, con i quali abbiamo avviato in questi giorni le opportune interlocuzioni».
La procedura di vendita dei complessi aziendali dunque riparte, «ma non da zero − ha sottolineato Nicastro − Il lavoro preparatorio sulla data room è già fatto, mentre fisseremo scadenze molto serrate per le fasi di due diligence e di presentazione delle offerte: formalizzeremo questi aspetti con la pubblicazione di un nuovo annuncio a breve».
È scettico Stefano Bonazzi, segretario generale di Fiom Cgil Genova, secondo il quale ora è necessario agire sulle prospettive future dell’azienda: «Piaggio non può permettersi di stagnare in una situazione in cui latitano gli investimenti e non si conosce quale sarà la mission per i prossimi anni – dichiara – il governo deve esprimersi con chiarezza su quali strategie intende attuare. Salvaguardia dell’intero perimetro produttivo e occupazionale aziendale sono due condizioni sulle quali non si tratta».
Nessun commento da Nicastro sulla decisione del governo di dirottare gli investimenti previsti per il sistema a pilotaggio remoto P.1HH su ulteriori velivoli P.180: «La scelta di non finanziare il drone in questa fase non è stata ancora formalizzata − si è limitato a osservare Nicastro − mentre sul valore industriale del progetto non potrà che esprimersi il futuro proprietario».
L’azienda, che oggi occupa circa 900 persone, si appresta a chiudere l’anno con un fatturato previsto pari a circa 150 milioni di euro e con un portafoglio ordini, al netto di quanto già fatturato in corso d’anno, che supera i 500 milioni di euro: un andamento industriale che, per Nicastro, «mette l’azienda al riparo da qualsiasi criticità di cassa». Ulteriori commesse per 180 milioni circa di euro sono in fase di formalizzazione e verranno annunciate a breve. Sono invece 20 gli ordini del velivolo executive P.180, ricevuti sia da parte di clientela privata che istituzionale.
Per Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova, proprio alla luce delle condizioni economico-finanziarie in cui si trova l’azienda, la situazione comincia a essere paradossale: «La Piaggio ha lavoro e prodotti per aggredire il mercato, può svolgere un ruolo importante nel comparto difesa, anche con i 6 nuovi P180 acquistati dalla difesa e anche col dimenticato drone, che è al 90% della certificazione e sarebbe una cosa assurda non completarlo. Anche perché il drone è un prodotto ulteriore nel patrimonio Piaggio, che ne aumenta il valore, va tenuto in vita anche in chiave vendita. Inoltre è un periodo molto vivace sul mercato, soprattutto quello americano, ma anche italiano. Ci sono le possibilità per dare una svolta a questa vicenda. Ci sono le risorse di cassa per mandare avanti la produzione, ma non si può vivere solo delle forze armate. Bisogna rilanciarsi sul mercato e per farlo serve l’ingresso di un soggetto privato che investa e apra i canali giusti per vendere i prodotti Piaggio. Bisogna fare di tutto per non perdere altro tempo e trovare un acquirente in tempi brevi».