Un ostello di lusso da 160 posti letto, un pub e un hotel a 3 stelle con 53 camere e una suite, che entrerà a far parte della catena internazionale B&B Hotels. Sul tetto, una terrazza con vista sulla città, collegata direttamente a corso Andrea Podestà con una passerella pedonale che scavalca via degli Archi.
Tutto ciò farà parte del nuovo hub turistico-ricettivo che, in pieno centro di Genova, in via degli Archi, punterà a soddisfare le esigenze di diverse tipologie di clientela. L’apertura dell’ostello e del pub è prevista nella primavera prossima. Di fronte, in quel “buco” rimasto aperto per 76 anni, sorgerà invece l’hotel: un intervento di risanamento che rappresenta il tassello decisivo per la pedonalizzazione e il recupero della via alle sue funzioni di raccordo tra la city e la zona residenziale di Carignano.
L’idea è dell’imprenditore Massimiliano Bringiotti, del padre Giorgio e della madre Donatella, la cui azienda, la GeoTunnel, opera da tempo nel settore degli scavi e del tunneling. I locali che ospitano il nuovo hub sono di proprietà di Spim, società pubblica per la promozione del patrimonio immobiliare del Comune di Genova. Oggi, non a caso proprio negli spazi del nuovo ostello di prossima inaugurazione, si celebra il ventennale della società.
Il Marathon Hostel è in linea con gli standard e le nuove tendenze in tema di accoglienza per i turisti più giovani e per i nuclei familiari, ispirato agli ostelli di ultima generazione in Italia e nel resto d’Europa: un ambiente giovane, vivace, con servizi di alto livello che si avvalgono delle tecnologiche più smart. Il programma di accoglienza non si limiterà all’ospitalità, ma proverà a offrire con tour, visite guidate, escursioni e una nuova mappa per scoprire le meraviglie anche meno note della città.
Il pub ha un allestimento in stile industriale anni Venti e Trenta, con accenni all’art déco. È anche birreria (con spillatura di otto marchi del Gruppo Heineken), bistrò, ristorante con piatti contemporanei, ma legati alla tradizione genovese. Due curiosità: il tavolo “Liguria”, sedici posti a sedere, che arreda la zona più “social” dell’ostello, un’opera ideata dall’architetto Massimiliano Dalle Sasse che stilizza con la disposizione ad arco dei diversi piani d’appoggio il caratteristico profilo della nostra regione. E poi il bancone del pub: con i suoi 15 metri di sviluppo lineare è il più lungo in Liguria ed è stato realizzato con elementi in pietra che richiamano le arcate del Ponte Monumentale.
I lavori sono durati tre anni. Bringiotti riesce così a portare a compimento il suo progetto, con un risultato che non è soltanto l’esito vincente di una sfida imprenditoriale, ma anche la realizzazione di un vecchio sogno: tre generazioni della famiglia Bringiotti abitano nell’edificio contiguo all’hotel appena nato e proprio di fronte agli archi del Ponte Monumentale che ospitano l’ostello. E da molti anni Bringiotti insegue l’idea di chiudere l’ultimo “buco” della guerra, rimasto aperto nel cuore di Genova per 76 anni, a pochi passi da via XX Settembre.
Una trentina i nuovi posti di lavoro creati, tra ostello e hotel.
Un progetto che si affianca idealmente al piano di risanamento del Ponte Monumentale sul quale il Comune di Genova ha investito tre milioni, e precede di pari passo, è il caso di dire, con il piano di pedonalizzazione di via degli Archi, oggetto di uno studio del dipartimento di Architettura e Design dell’Università di Genova che l’amministrazione comunale intende tradurre in pratica. Lo studio, commissionato da Spim, prevede di creare un collegamento pedonale fra il centro commerciale della città e il quartiere residenziale di Carignano, con la passeggiata di corso Andrea Podestà. Si ipotizza anche una fermata all’altezza di via degli Archi dell’ascensore Amt che collega via XX Settembre a corso Andrea Podestà e persino una stazione del trenino o della funivia che potrebbe collegare in futuro il Waterfront di Levante con via XX Settembre.
«Dopo quasi ottant’anni di degrado e tanti progetti di risanamento falliti o solo annunciati – spiega Bringiotti – per me è motivo di orgoglio essere riuscito in questa impresa. Spero che sia anche un insegnamento per i nostri figli e nipoti a non mollare mai, a credere nei propri sogni».