“L’ultima sentinella” (ed. Longanesi) è l’ultimo libro scritto da Lee Child con Jack Reacher protagonista. Dopo oltre 100 milioni di copie vendute e 24 romanzi, Child (nome d’arte del britannico James Dover Grant, 67 anni) ha deciso di smettere. Stanco forse di scrivere un libro all’anno o forse del personaggio che si è inventato.
Alla “Lettura”, supplemento domenicale del Corriere della Sera, ha spiegato che il suo personaggio «aveva bisogno di ritrovare ironia e loquacità e acquisire abilità digitali». Ma non lo ha fatto morire. Presumibilmente perché non si distrugge una macchina da 100 milioni di copie. E poi perché non è facile uccidere l’eroe di una serie. È successo tante volte che autori stanchi di un personaggio abbiano dovuto farlo resuscitare in seguito a pressioni del pubblico, degli editori, ecc… Lo stesso Pinocchio, di cui abbiamo trattato di recente, e che veniva pubblicato a puntate sul “Giornale per bambini”, è morto e poi è stato resuscitato in seguito alle proteste del pubblico, producendo nuove puntate.
Child ha passato l’incarico di proseguire nella serie al fratello Andrew, più giovane di 14 anni. Nell’intervista definisce l’idea come “folle”. In realtà tanto folle non è. Andrew è autore di thriller, e ha seguito il lavoro del fratello in questi 25 anni. E del resto l’epica – e Reacher è l’equivalente moderno (e americano) di un cavaliere errante – per sua natura si presta alla serialità, dall’epica orale greca a quella dei cavalieri erranti che hanno affascinato Don Chisciotte alle serie drammatiche televisive, si basa su meccanismi narrativi che, una volta adattati alla fisionomia di un personaggio o di più personaggi, si possono replicare anche a lungo, una volta per secoli, ora i tempi sono più accelerati ma Andrew potrebbe garantire a Reacher almeno altri 10-15 anni di vita. E per sé e per il fratello cospicue entrate.
L’ultima sentinella è stato firmato e scritto da entrambi i fratelli, poi Andrew proseguirà da solo. Non è tra i migliori della serie ma è pur sempre avvincente e non mostra una cesura con i romanzi precedenti. Lo schema è sempre quello: Reacher è solo e solitario, come spesso gli eroi americani è un individualista diffidente nei confronti delle istituzioni (anche se è un ex militare) e in apparenza deciso a farsi gli affari suoi, in realtà irresistibilmente attratto da cause giuste e pericolose da difendere (vedi il personaggio di Colorado in “Un dollaro d’onore” di Howard Hawks e tantissimi altri). Per un motivo o per l’altro, in genere si trova in contesti in cui le forze dell’ordine non lo possono aiutare o, anzi, spesso, gli sono ostili. È imbattibile nello scontro fisico e con le armi, ed è anche molto intelligente. Un complesso di qualità del tutto irrealistico che però nella saga di Child funziona, grazie ai meccanismi narrativi giusti.
Un eroe che gli si potrebbe avvicinare, quello di Nick Stone di Andy McNab (vedi qui ), in realtà poggia su un’intelaiatura narrativa del tutto diversa. Il segreto di McNab è che, grazie alla sua esperienza nello Special Air Service, il Sas britannico, e anche, certamente, alle sua scrittura, riesce immergere chi passa la vita davanti a una scrivania in una realtà del tutto diversa. Una realtà emozionante e “concreta”, vissuta. Almeno così sembra. MacNab dà evidenza a quell’aforisma di Umberto Eco per cui «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro». All’indietro nel tempo, si potrebbe dire, ed estesa nello spazio. Child non ha la competenza militare di McNab ma ha ottimizzato il funzionamento della sua macchina narrativa.
“L’ultima sentinella” mette Reacher a confronto con l’attualità della cyber security. Non ci dice nulla di nuovo sul tema ma il racconto funziona. Aspettiamo gli altri.