Al Galliera è arrivato “Mako” il robot in grado di supportare il chirurgo aumentando sensibilmente la precisione dell’intervento e dell’impianto. Le operazioni di protesi al ginocchio e all’anca saranno accurate e meno invasive grazie al braccio robotico che sarà in grado di guidare la mano del chirurgo secondo il piano operatorio predisposto in anticipo e in ogni minimo dettaglio. L’innovazione è stata presentata oggi nel corso di un convegno che si è tenuto oggi presso l’NH Marina Genova.
Il robot è presente in poche realtà italiane e a Genova viene utilizzato all’Ortopedia al del Galliera diretta dal dott. Claudio Mazzola, e a Sarzana al San Bartolomeo.
«I vantaggi della piattaforma robotica Mako – spiega Mazzola – sono molti: innanzitutto la verifica in tempo reale del posizionamento delle componenti protesiche e quindi della possibilità di controllare il tensionamento dell’apparato capsulo legamentoso lungo tutta l’escursione articolare; il posizionamento dell’impianto più accurato rispetto alla tecnica manuale; una minore invasività dell’intervento chirurgico; un migliore bilanciamento dei legamenti e una maggiore protezione dei tessuti molli; una diminuzione del dolore post operatorio. Infine, grazie all’impiego del robot, si possono ridurre i tempi di degenza dei pazienti nelle strutture ospedaliere e si accorciano anche i percorsi di riabilitazione».
«Con l’arrivo di Mako al Galliera, dopo il successo nell’utilizzo del suo gemello all’Ospedale San Bartolomeo di Sarzana – afferma il presidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Giovanni Toti – il nostro sistema sanitario dimostra ancora una volta la capacità di offrire ai cittadini liguri le migliori cure, grazie anche agli importanti investimenti che stiamo realizzando con il piano Restart in particolare sul fronte del rinnovamento delle apparecchiature e dell’innovazione tecnologica. L’utilizzo di questo robot altamente innovativo nel campo dell’Ortopedia da parte dell’equipe del professor Mazzola consentirà all’Ospedale Galliera di confermarsi punto di riferimento della sanità genovese e ligure. È un altro tassello del lavoro in atto per evitare le fughe di pazienti fuori regione e, anzi, attraendone dai territori limitrofi. In base alle richieste della nostra sanità siamo disponibili, nel contesto del piano Restart, a ragionare sull’aumento di questo genere di offerta, perché evidentemente è indispensabile per recuperare su quelle liste d’attesa per la chirurgia protesica, che è uno dei punti che si è ulteriormente indebolito con il Covid. I primi numeri del piano Restart, che ieri ho visto e tra poco incontrerò i direttori generali, sono soddisfacenti quasi in ogni settore. Ovviamente, è un lavoro che richiederà tempo e impegno da parte di tutti».
Il robot in sostanza, sfrutta le immagini Tac del paziente per creare un modello 3D dell’arto su cui intervenire e su cui il chirurgo può eseguire una simulazione avanzata dell’intervento, dei risultati e degli eventuali rischi. In tal modo, il medico sa sempre anticipatamente qual è la taglia di protesi più adatta per ciascun paziente e il suo corretto posizionamento già prima di entrare in sala operatoria.
«Questa tecnologia innovativa inventata anni fa negli States – commenta Giuseppe Zampini, vicepresidente dell’ente ospedaliero Ospedali Galliera – all’inizio pareva un azzardo, ma oggi è diventata una certezza grazie soprattutto all’incessante attività di ricerca e alle innovazioni digitali in campo medico».
«La precisione del braccio robotico conclude Adriano Lagostena, direttore generale del Galliera – guidato dal chirurgo umano (il suo margine di errore è inferiore al millimetro), consente di operare senza intaccare i tessuti sani circostanti. La sostituzione totale dell’articolazione è considerata una delle più grandi innovazioni in campo ortopedico: il tasso di interventi è praticamente quadruplicato nell’ultimo decennio e continuerà a crescere, complici l’invecchiamento della popolazione e l’aumento di problemi di sovrappeso e sedentarietà».