Durerà fin verso la fine di giugno il periodo più propizio per la realizzazione di quella “business combination” di Banca Carige con un altro soggetto, voluta dalla Bce. Da una bozza, letta dall’agenzia Reuters, risulterebbe che il governo italiano si prepara a estendere e a rafforzare fino a quella data gli incentivi fiscali alle aggregazioni societarie introdotti con la manovra 2021, ampliando di sei mesi i termini previsti dalla manovra, includendo, tra le aggregazioni agevolabili, anche quelle deliberate fino al 30 giugno 2022, invece che fino al 31 dicembre 2021. Gli incentivi permettono, a determinate condizioni, di trasformare in crediti di imposta le imposte differite attive, le cosiddette Dta. Nel caso di Carige si aggirerebbero intorno a 1,3 miliardi di euro, un ammontare che sicuramente avrebbe il suo peso nella valutazione di un soggetto interessato alla banca ligure.
È quindi probabile che pretendenti seriamente intenzionati a un matrimonio con Carige attendano di conoscere le decisioni definitive del Governo in materia di Dta.
Intanto negli ambienti finanziari circola la voce che la Bce intenda ricevere da Carige un piano di resilienza che ne certifichi la tenuta finanziaria nel breve-medio termine. La voce è considerata attendibile dagli analisti, visto che il periodo di breve-medio termine coinciderebbe con quello necessario alla individuazione di un partner. Finché resta sola la banca deve dimostrare di avere i mezzi per farlo. Comunque al momento la situazione di capitale e liquidità dell’istituto ligure sarebbero sotto controllo. Nei giorni scorsi Carige ha conferito a Boston Consulting Group l’incarico di supporto nell’esplorazione delle ulteriori possibilità di sviluppo del core business, utili anche ai fini della business combination ma tali anche da consentire alla banca di proseguire “stand alone” fino al raggiungimento dell’aggregazione. Del resto proprio Boston Consulting Group ha assistito Carige nell’elaborazione del piano industriale – basato su digitalizzazione, rilancio commerciale e focus sul wealth managent, che la banca sta effettivamente portando avanti.
Nel caso di un prolungarsi della strategia di stand alone, il Prospetto informativo della banca avverte che «Il piano industriale di Carige al 2023 prevede «che nell’ultimo trimestre dell’esercizio 2022, nel caso in cui il regime di flessibilità sui coefficienti patrimoniali concesso al Sistema bancario dalla Bce non venga prorogato oltre il 31 dicembre 2022 trovi esecuzione un’operazione di rafforzamento patrimoniale dell’emittente per un controvalore fino ad 400 milioni di euro».
In questa caso l’aumento di capitale sarebbe in gran parte a carico del Fondo interbancario, che detiene circa l’80% del capitale della banca ligure.
Un motivo per attendere l’avvio di serie trattative di aggregazione da parte di eventuali pretendenti potrebbe essere la richiesta di risarcimento (oltre mezzo miliardo) presentata al Tribunale di Genova da parte dei vecchi azionisti nei confronti dell’attuale Carige. La sentenza è attesa per 4 novembre
Se i giudici accogliessero le richieste dei ricorrenti, la sentenza, per quanto di primo grado e dunque appellabile, di certo renderebbe meno appetibile la banca ligure. Va detto che non trapelano voci della ricerca di una transazione e che i vertici della banca hanno sempre giudicata molto remota la possibilità che il Tribunale accogliesse le richieste dei ricorrenti, tanto che, sulla base di pareri legali, non hanno neppure predisposto alcun accantonamento a bilancio nel caso di un esito negativo della vertenza. Anzi, gli attuali amministratori hanno definito in 229 milioni il danno imputabile alla ´condotte della famiglia´Malacalza tenuta precedentemente e nel corso della gestione commissariale. Del resto, i commissari che avevano eseguito gli atti oggetto del giudizio si erano attenuti alle indicazioni della Banca d’Italia e soprattutto della Bce e sembra improbabile che un Tribunale possa contestarle. Più probabile, invece, che, come succede spesso in questi casi, i giudici si prendano tempo per decidere e la l’udienza slitti di qualche mese.