Si fa sempre più aspra la polemica sul Green pass nei porti. Una circolare del ministero dell’Interno raccomanda alle imprese del settore “di mettere a disposizione del personale sprovvisto di Green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti”. Ma poi precisa: gli operatori economici “potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell’acquisizione del Green pass da parte dei dipendenti sprovvisti”. E a Trieste, dove è alta la quota di lavoratori sprovvisti di Green pass, il Comitato dei lavoratori ha annunciato che dal 15 ottobre, se non verrà ritirato l’obbligo della certificazione verde, verranno bloccate le attività del porto. Ma non è solo questo scalo a essere a rischio.
Secondo il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo «Affrontare e trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico rappresenta un errore clamoroso» e politicamente conferma un commissariamento di fatto del Ministero delle Infrastrutture.
«È il caso di ricordare – sottolinea Merlo – che ci sono stati puntualmente e costantemente negati i confronti che avevamo richiesto con un solo risultato: lo Stato ora si piega ad un ricatto inaccettabile. E ciò è il frutto maturo di una distorsione di fondo: quando si tratta di occuparsi di temi che riguardano i porti, emergono solo insipienza e superficialità. Di volta in volta assistiamo al commissariamento del Ministero delle Infrastrutture: era accaduto con il Ministero dei Beni Culturali sul caso Venezia, esautorando totalmente le competenze del Ministero delle Infrastrutture; si ripete oggi con il Ministero degli Interni che su Green pass interviene nei porti senza conoscerli e senza avere la minima idea di come funzionino, di quali equilibri li caratterizzino, persino di quali rapporti intercorrano fra concessionari e Stato».
Questo significa, secondo Merlo, «minare un asse portante della nostra economia. Il Ministero delle Infrastrutture dovrebbe avere un sussulto di orgoglio e svolgere la funzione che dovrebbe essere sua».