Si è ampliato leggermente, a livello geografico, il bacino di interesse su Genova Jeans, la kermesse che si conclude oggi a Genova. Liguria Business Journal aveva analizzato qui la situazione a pochi giorni dall’inizio della manifestazione.
La Liguria, nelle ricerche di Google trends, la fa da padrona, con un valore 100, ossia la maggiore frequenza di ricerca in proporzione al totale, mentre Lombardia e Piemonte restano a 2, Toscana e Lazio a 1. L’unica città rilevata nelle ricerche resta Genova con 100.
Come “leggere” Google trends
I valori sono calcolati su una scala da 0 a 100, dove 100 indica la località con la maggiore frequenza di ricerca in proporzione al totale delle ricerche in tale località e il valore 50 indica una località con la metà delle ricerche. Il valore 0, invece, indica una località per cui non sono stati rilevati dati sufficienti.
Nota: un valore più elevato indica una percentuale più elevata rispetto alle query totali, non un conteggio assoluto più elevato. Pertanto un paese di piccole dimensioni in cui la query “banane” rappresenta l’80% del totale avrà un punteggio due volte superiore a quello di un paese di grandi dimensioni in cui la query “banane” rappresenta solo il 40% del totale.
Interessanti le query associate, rilevate oggi, lunedì mattina: al primo posto con +550% c’è genova jeans programma, seguita dai luoghi della manifestazione, fuori dai “soliti” giri turistici: museo diocesano genova (+200%), biblioteca universitaria genova (+120%), metelino Genova (+100%).
Tra gli argomenti correlati le impennate riguardano: via del campo, edificio, Marco Bucci, Maurits Cornelis Escher (in relazione alla mostra che debutta a Palazzo Ducale questa settimana), Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, ma anche Roy Roger’s, via Balbi, Citypass e Renzo Rosso (che guida l’azienda Diesel, sponsor della manifestazione).
Cercando Genova Jeans su Google, oltre al sito della manifestazione e a pagine istituzionali, spicca un articolo nella sezione blog del Fatto Quotidiano “Genova Jeans, una rassegna che dovrebbe mettere tutti d’accordo“, a firma dell’architetto Donatella D’Angelo.
Nella seconda pagina di ricerche con filtro notizie si trova un articolo di Fashion network (che si definisce sito di informazione per i professionisti in moda, lusso e bellezza) sulla riproduzione, da parte di Diesel, del primo tessuto documentato nella storia.
Il resto, a quanto risulta a Bj Liguria, sono articoli di testate locali.
Certo, non tutto finisce su Internet e l’indicizzazione su Google a volte penalizza chi magari ha un bacino di utenza ridotto rispetto ad altri. Il merito degli organizzatori sta nell’aver pensato a sedi non scontate come via Prè, che si è mostrata in tutte le sue contraddizioni, tra serrande abbassate e la stragrande prevalenza di negozi multietnici. Chi scrive si è stupita del persistente profumo di sapone al posto di altri odori meno piacevoli, ma più frequenti nella quotidianità di quei posti e ha constatato le difficoltà per qualche tossicodipendente a trovare ciò che cercava a causa della vigilanza quasi costante da parte delle forze dell’ordine. Ora occorre non spegnere la luce su di esse e, questo lo sanno anche gli organizzatori e Comune di Genova: non bastano cinque giorni di riflettori all’anno.