Nel 2020, anno caratterizzato dalla pandemia di Covid-19 e dalla conseguente crisi economica, l’Italia ha registrato una forte contrazione del numero di occupati (-456 mila). In controtendenza, invece, il settore del lavoro domestico, che fa registrare un significativo aumento della componente regolare (+7,5%) dopo anni di stagnazione.
In Liguria il saldo è positivo per 2.662 unità, secondo l’osservatorio Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) pari a un +16,3% delle assunzioni nel 2020 rispetto al 2019 (18.136) e a un +3,9% di cessazioni (15.474).
Quali sono stati gli elementi che hanno portato a questa evoluzione? Le assunzioni hanno registrato un picco nel mese di marzo (primo “lockdown”) e nei mesi di ottobre e novembre (nuove restrizioni anti-Covid e primi effetti della regolarizzazione dei lavoratori stranieri).
In particolare quei picchi sono dovuti a significativi aumenti di assunzioni presumibilmente riconducibili alla regolarizzazione di lavoratori domestici, altrimenti impossibilitati a proseguire l’attività a causa delle misure restrittive.
Occorre tenere conto che le assunzioni e i licenziamenti possono riguardare più volte lo stesso lavoratore. Inoltre è possibile che un lavoratore possa avere più contratti di lavoro e che quindi venga considerato attraverso questi dati più volte. Per questo la somma dei lavoratori presenti nel 2019 ed il saldo assunzioni/cessazioni 2020 è maggiore del numero totale di lavoratori nel 2020.
Confrontando il 2019 e il 2020 per tipologia di rapporto, si nota come il saldo assunzioni-cessazioni nel 2019 fosse trainato dalla componente “badante” per oltre il 77%, mentre nel 2020 il rapporto si è invertito, con la componente “colf” a pesare per oltre il 64%.
Per questo, le restrizioni dovute alla pandemia hanno influito sulle scelte delle famiglie, che hanno preferito avviare nuovi contratti di lavoro per avere la certezza della presenza del lavoratore. A questo si è aggiunta la “sanatoria” (inserita nel decreto “Rilancio” 34/2020), che però produrrà effetti più massicci nel 2021.
Secondo Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina: «L’emersione del lavoro nero rappresenta una delle sfide principali per il mondo del lavoro domestico, dato che la componente irregolare rappresenta ancora quasi il 60% del totale. Durante la pandemia, il lockdown e la regolarizzazione degli stranieri hanno permesso alle famiglie di far emergere molti rapporti di lavoro informali. Ma per consentire che l’emersione sia continuativa e non solo emergenziale servono degli sgravi fiscali e contributivi che alleggeriscano il peso del costo del lavoro domestico. In questo modo le famiglie avranno davvero un vantaggio nell’assumere i lavoratori domestici in regola, portando un beneficio allo Stato in termini di gettito fiscale e sicurezza nei luoghi di lavoro».