Le imprese liguri sono in ritardo sulla digitalizzazione ma consapevoli della necessità di colmare questo gap. Impresa possibile, anche se il lavoro da fare è ancora molto, perché il programma Next Generation Ue ha stanziato risorse enormi per sostenere la trasformazione digitale. Bisognerà partecipare attivamente a questo processo, come sistema-Paese e come regione. È quanto risulta da un’analisi elaborata per Liguria Business Journal da Romina Galleri, economista della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
L’Italia nel suo complesso ha accumulato un ritardo sulla digitalizzazione rispetto ai principali competitor europei, ma sembra che qualcosa stia cambiando: le imprese hanno compreso l’importanza degli investimenti in digitalizzazione sia nella fase di vendita (tramite le cosiddette piattaforme) sia in quella di gestione dei processi produttivi (per esempio con l’impiego di software aziendali specifici o l’acquisizione dei servizi cloud) e il Pnrr stanzierà ingenti risorse finanziarie per sostenere il processo di transizione verso la digitalizzazione. La Liguria risulta in linea con la media italiana per la digitalizzazione nel complesso, ma particolarmente attardata nell’utilizzo da parte delle imprese.
«Nel 2020 l’Italia – si legge nell’analisi di Romina Galleri – si trovava al 25esimo posto su 28 Paesi Ue nel Digital Economy and Society Index. Uno studio Intesa Sanpaolo ha evidenziato che il ritardo italiano rispetto ai principali competitor europei nel manifatturiero è riconducibile a: scarsità di competenze umane specializzate sui temi digitali, utilizzo meno intenso del commercio on-line, inferiore diffusione di siti web e minore accesso alle linee internet più veloci. Su questi aspetti incide sicuramente il fattore dimensionale del nostro tessuto produttivo, composto principalmente da imprese medie e piccole, con meno risorse da investire. Tuttavia, l’Italia spicca per il brillante posizionamento in termini di digitalizzazione dei processi produttivi (e-business), in tutti i settori manifatturieri».
Per quanto riguarda la Liguria «Recentemente Banca d’Italia ha ricalcolato il Digital Economy and Society Index per tutte le regioni italiane e la Liguria è risultata in linea con la media nazionale, con un posizionamento migliore in termini di connettività e competenze digitali e peggiore per utilizzo di servizi internet e integrazione di tecnologie digitali nei processi produttivi. La presenza marcata di imprese micro e piccole e la forte specializzazione nel turismo, settore che non eccelle per utilizzo delle tecnologie digitali, incidono sul livello di digitalizzazione ligure. Secondo i dati del censimento permanente Istat, in Italia ma anche in Liguria le tecnologie sulle quali hanno investito di più le imprese nel triennio 2016-2018 sono quelle in infrastrutture digitali (cloud, fibra ottica, 4g-5g). Segue al quarto posto la cyber security. Decisamente meno imprese hanno investito sulle tecnologie applicative, come simulazione tra macchine interconnesse, stampanti 3D, intelligenza artificiale, robot collaborativi, internet of things, big data e aumented e virtual reality».
Genova svolge un ruolo di traino per l’intera regione, «circa il 60% degli investimenti in tecnologie digitali della regione è concentrato nel capoluogo. In particolare, a Genova sono stati effettuati circa i due terzi degli investimenti in tecnologie applicative nel triennio 2016-2018».
Galleri avverte che «I dati fin qui presentati sono stati raccolti prima della pandemia di Covid-19, per questo non possono cogliere l’accelerazione della trasformazione digitale indotta dalla crisi Covid e dalle esperienze di lockdown. Per completare il quadro forniamo, quindi, i risultati di una nostra indagine interna effettuata tra giugno e luglio 2021 sui colleghi appartenenti alla rete commerciale, che si occupano di imprese. I colleghi hanno individuato proprio gli investimenti in digitalizzazione come il principale intervento strategico che sarà messo in atto nel 2021 dalle imprese clienti in Liguria.
Gli interventi strategici in programma nel 2021 (% imprese al netto dei «non so») in Liguria
Gli imprenditori liguri sembrano aver compreso la trasformazione in atto ma «Risulta comunque evidente come la percentuale di imprese liguri interessata da investimenti in digitalizzazione sia di circa 5 punti percentuali inferiore alla media italiana. Anche considerando le sole imprese di dimensioni maggiori la quota rimane inferiore alla media italiana. Particolarmente bassa la percentuale di imprese micro e piccole che effettuerà investimenti in digitalizzazione. Occorrerà dunque lavorare affinché non aumenti ulteriormente il divario in tecnologie digitali che separa le imprese liguri dalla media italiana, già non particolarmente brillante».
Per consentire alle piccole e medie imprese italiane di superare la fase di difficoltà causata dalla crisi pandemica e rilanciarsi attraverso nuovi progetti di sviluppo e crescita Intesa Sanpaolo ha messo a punto un programma strategico di finanziamenti e iniziative, “Motore Italia” che mette a disposizione 50 miliardi di euro di nuovo credito a favore di iniziative per la liquidità e investimenti nella transizione sostenibile e digitale. E una delle linee strategiche del piano mette a disposizione delle pmi strumenti per favorirne l’orientamento alla digitalizzazione e allo sviluppo anche attraverso servizi non finanziari. «Solo investendo sulla crescita e sulla transizione digitale e sostenibile – ha detto alla presentazione del piano Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo – saremo in grado di recuperare tempestivamente la nostra competitività sul mercato interno ed estero».
Andrea Perusin, direttore regionale per Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo, precisa: «La vera sfida per il futuro sarà riuscire a usare tutte le imponenti risorse del Recovery fund, e soprattutto usarle bene: il prossimo quinquennio, in particolare, sarà decisivo per mettere in cantiere nuovi investimenti e per vederne gli effetti. Come prima banca italiana, guardiamo avanti per sostenere una ripresa pienamente strutturale e ricomporre i tasselli della crescita. Il credito non è un problema: in questo momento delicato, il Gruppo si propone come riferimento per una crescita sostenibile e inclusiva grazie a oltre 400 miliardi di euro di prestiti a medio e lungo termine a supporto del Pnrr (270 per le imprese e 140 alle famiglie). Nei primi 5 mesi dell’anno, la Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo ha erogato circa 20 miliardi di euro a medio lungo termine a favore di famiglie e imprese, con una crescita del 12% rispetto ai primi cinque mesi del 2020: di questi, 11 miliardi sono stati erogati a pmi e piccolissime imprese. Il nostro impegno per le imprese, oltre al credito, sarà proprio quello di guidarle per intercettare i fondi del Pnrr e coglierne tutte le opportunità. Per “Motore Italia” abbiamo previsto un plafond di 50 miliardi di euro, di cui 5,3 per il Nord Ovest e di questi 1 dedicato alla Liguria, grazie al quale forniremo al sistema produttivo risorse e soluzioni per investire sul rafforzamento dimensionale, sulla transizione sostenibile, sulla formazione. Un pilastro specifico del piano punta a supportare nuovi investimenti per favorire il rinnovamento tecnologico, la transizione digitale, l’innovazione e la ricerca industriale delle PMI, cogliendo i benefici e le leve fiscali per chi investe offerti dal piano Transizione 4.0 della Legge di Bilancio 2021. Per colmare il gap in ambito digitale, Intesa Sanpaolo ForValue e le sue società partner offrono alle imprese supporto nel posizionamento digitale per rafforzarne la presenza sul web e garantirne la competitività nel mercato attuale e potenziale. Inoltre, con Intesa Sanpaolo RentForyou, le aziende potranno optare verso il noleggio operativo a lungo termine come soluzione alternativa all’acquisto dei beni strumentali».
Genova, che già dal report di Galleri risultava all’avanguardia nel digitale in Liguria in epoca pre Covid, oggi appare particolarmente consapevole della necessità di accelerare il processo di digitalizzazione. «L’unica cosa positiva che ci ha portato il Covid – dichiara a Liguria Business Journal Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera di commercio di Genova – è di avere accelerato la consapevolezza dell’importanza strategica del digitale e il processo di digitalizzazione. La Camera di commercio di Genova ha avviato delle attività per sostenere questo processo ed effettuato degli assessment che offrono una fotografia puntuale sullo stato di digitalizzazione dell’impresa, sulla maturità digitale del nostro sistema economico. Da questi assessment Genova risulta migliore rispetto alla media nazionale. Tempo fa avevamo chiesto a Start 4.0, il centro di competenza nazionale sulla cyber security che ha sede a Genova, di organizzare un corso su questo tema per le nostre imprese. Ne era venuto fuori che il corso non era per principianti e richiedeva un’attività di preparazione propedeutica per partecipare. A questo punto mi ero aspettato un fuggi fuggi generale e invece hanno accettato tutti. Si avverte una volontà forte di progredire. C’è molto lavoro da fare ma c’è la volontà di farlo».
Un segnale importante della tendenza indicata da Caviglia è il successo superiore al previsto riscosso dal nuovo bando voucher per la digitalizzazione della Camera di commercio di Genova. Sono state presentate ben 113 domande rispetto alle 42 preventivate, per un totale di 344 mila euro richiesti a fronte dei 160mila stanziati.
Il settore che ha presentato il maggior numero di progetti è quello del commercio (39) seguito dai servizi (31), all’artigianato (18) e dal turismo (10). A seguire, trasporti, industria, cooperazione e altri settori. Molte delle imprese che hanno risposto al bando della Camera sono quelle che hanno sofferto delle prolungate chiusure legate alla pandemia, e scelgono coraggiosamente di attrezzarsi meglio per il futuro: negozi, artigiani, palestre e teatri.