ll Consiglio di Stato annulla l’ordinanza del sindaco di Taranto sullo spegnimento degli impianti dell’area a caldo dell’impianto siderurgico dell’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia e la sentenza del Tar di Lecce n.249/2021.
Per Acciaierie d’Italia, la nuova società tra ArcelorMittal Italia e Invitalia, vengono dunque a decadere, le ipotesi di spegnimento dell’area a caldo e di fermata degli impianti connessi, la cui attività produttiva proseguirà con regolarità.
Secondo i giudici della quarta sezione del Consiglio di Stato il potere di ordinanza «non risulta suffragato da un’adeguata istruttoria e risulta, al contempo, viziato da intrinseca contraddittorietà e difetto di motivazione».
«Questa sentenza – dichiara Marco Vezzani, presidente di Federmanager/Asdai Liguria e vicesegretario generale della Cec-European Manager – elimina ogni alibi: è giunta l’ora di agire per dare un futuro alla siderurgia italiana, tra l’altro in un momento di boom della domanda. Occorre che il governo attui i programmi decisi e condivisi ed eserciti i suoi poteri di azionista: così facendo si darà un futuro anche a Cornigliano e Novi Ligure. Facciamo appello a Confindustria, ai sindacati, ai partiti politici, al Comune e alla Regione per un’azione forte e unita in difesa del lavoro e delle nostre imprese siderurgiche. Se non ora, quando?»
Intanto Acciaierie d’Italia ha confermato alle organizzazioni sindacali di Genova di voler mettere in cassa integrazione ordinaria i dipendenti dello stabilimento della ex Ilva a Cornigliano a partire dal 28 giugno e respinge la richiesta di sospensiva di rsu, Fiom, Fim e Uilm di Genova.