Trasportounito, Cna-Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap e Legacoop hanno deciso di sospendere “per senso di responsabilità” la manifestazione di protesta che era in programma in Liguria tra il 15 e il 19 giugno.
Nei giorni scorsi le imprese di autotrasporto avevano scritto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, a tutte le autorità sul territorio, una nota congiunta dove si sottolineavano le gravi difficoltà operative su tutte le tratte autostradali liguri. In quell’occasione avevano annunciato il fermo dei servizi di trasporto su gomma nei porti liguri, nelle piattaforme logistiche e al confine di Stato con la Francia, con modalità da concordare, nei giorni 15, 16, 17, 18, 19 giugno 2021.
Nei giorni successivi le organizzazioni del settore che hanno sottoscritto la nota, hanno incontrato i prefetti liguri e l’assessore regionale Benveduti. Dopo l’incontro, la decisione di sospendere il fermo, in attesa di altri due appuntamenti: il primo, in programma oggi, con il presidente della Regione, Giovanni Toti. Il secondo, con il ministro Bellanova, confermato anche dalla presidente della commissione Trasporti della Camera dei Deputati, Raffaella Paita.
In occasione dell’incontro con i prefetti, il coordinatore ligure di Trasportounito, Giuseppe Tagnochetti, ha chiesto l’immediata costituzione di una commissione permanente con prefetti, Regione e autotrasporto incaricata di verificare l’effettiva attuazione degli impegni assunti dai rappresentanti istituzionali. Se queste richieste non venissero accolte e concretizzate, Trasportounito ha annunciato che attuerà a settembre il fermo che era stato programmato dal 15 al 19 giugno a livello regionale e relativo a porti, piattaforme logistiche e confine di stato.
“Le motivazioni per un fermo ci sono tutte – si legge nella nota di Trasportounito – ma la crisi del Paese, e quella delle stesse imprese di autotrasporto, logorate da mesi di difficoltà operative e finanziarie, ma specialmente dalle troppe inadempienze da parte delle Istituzioni, non consentono oggi di affrontare l’ulteriore debacle economica che il fermo inevitabilmente provocherebbe”.
Mattia Rossi, presidente di Legacoop Liguria, commenta così: «Decisione congiunta presa per forte senso di responsabilità. Grazie alle istituzioni per aver accolto il nostro grido di allarme. Le nostre cooperative devono poter programmare il futuro. Siamo soddisfatti per gli incontri istituzionali già realizzati in questi giorni e per quelli programmati nelle prossime settimane. Non vogliamo spegnere i riflettori sulla situazione di disagio e criticità per i settori trasporto e logistica dovuta alla presenza di cantieri in numerosi tratti autostradali della Liguria. L’emergenza sta provocando continui e reiterati disagi di viabilità in Liguria senza dimenticare la situazione di estrema difficoltà per il settore dell’autotrasporto con importanti ricadute negative dal punto di vista dell’impatto economico, l’impossibilità nella programmazione dei viaggi, l’allungamento insostenibile dei tempi di attesa e il conseguente mancato rispetto dei tempi di lavoro e riposo degli autotrasportatori».
«Non abbiamo ottenuto le risposte che chiedevamo − spiega il referente regionale di Cna Fita Liguria Roberto Gennai − ma sappiamo quanto in questo momento sia difficile anche solo avviare un confronto fra le parti. Nell’incontro con i quattro prefetti liguri e dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, porti e logistica Andrea Benveduti nel quale c’è stata l’assunzione di alcuni impegni che vedremo se aiuteranno la nostra vertenza. Abbiamo, inoltre, in programma due appuntamenti nei quali è nostro dovere confidare di riuscire ad ottenere gli obiettivi richiesti dalla categoria. Il primo in agenda è la convocazione del presidente Toti. L’altro appuntamento, sollecitato anche dalla presidente della Commissione Trasporti Paita, sarà con la viceministra alle Infrastrutture e ai Trasporti Teresa Bellanova che in un incontro con le associazioni affronterà il tema della nostra vertenza. Vogliamo credere nella volontà di essere realmente ascoltati e soddisfatti nelle nostre richieste, se così non sarà riprenderemo la strada della protesta con ancora più vigore e determinazione».