Domani, 15 giugno, è l’ultimo giorno a disposizione delle imprese per richiedere di aderire alla proroga della moratoria sui finanziamenti prevista dal decreto Sostegni Bis. Un provvedimento che riguarda potenzialmente 81,5 miliardi di euro di prestiti, ma a cui molte imprese ancora non hanno avuto modo di aderire.
L’avviso, come riporta Teleborsa, è di Confesercenti, secondo cui sarebbe necessario prorogare di almeno due settimane i termini per la presentazione delle richieste, anche in considerazione del fatto che le moratorie in essere scadranno il 30 giugno, e che la misura di estensione introdotta dal Sostegni Bis non è ancora stata approvata dalla Ue.
Una delle misure a maggior impatto per sostenere la liquidità delle imprese nel periodo della pandemia è stata la moratoria sui finanziamenti. Inizialmente prevista fino al 30 settembre 2020, in seguito al perdurare della crisi è stata estesa prima fino al 31 gennaio di quest’anno, e successivamente al prossimo 30 giugno. Il Dl Sostegni Bis sposta ulteriormente i termini al 31 dicembre 2021, ma solo su richiesta – trasmessa appunto entro il 15 giugno – delle imprese già ammesse.
In una nota dell’associazione si legge: “Per diventare operativo, però, il provvedimento, deve prima essere autorizzato a livello europeo. Visto che l’ok di Bruxelles ancora non è arrivato, non appare necessario chiudere l’accesso alla moratoria già domani: alle imprese sarebbe utile più tempo, anche in considerazione delle novità introdotte rispetto alle moratorie precedenti, dall’introduzione dell’obbligo di richiesta alle condizioni: la moratoria si applica solo alla quota capitale e dunque in ogni caso, dal 1° luglio, le imprese riprenderanno a pagare gli interessi”.
«Proprio ora che tutto si fa ‘bianco’, è il momento in cui le imprese hanno la maggiore necessità di un supporto per percorrere l’ultimo chilometro – ha commentato Patrizia De Luise, presidente nazionale di Confesercenti – come abbiamo sottolineato più volte, riaprire non basta per ripartire, certamente non dopo uno stop così lungo e difficile. Le imprese escono dalla pandemia pesantemente indebitate, e non solo con le banche: nel solo 2020 hanno accumulato un debito fiscale, sotto forma di rinvio dei pagamenti dovuti, pari a 14,3 miliardi, da restituire da qui ai prossimi due anni. Complessivamente, si tratta di una zavorra incompatibile con la ripresa, da alleggerire il più possibile. Una proroga dei termini di richiesta permetterebbe a un numero maggiore di imprese di valutare le possibilità offerte dalla moratoria ed eventualmente aderirvi».