Esaurite in meno di un giorno di prenotazioni le 22 mila dosi di AstraZeneca nell’open day per gli over 18 attivato dalla Regione Liguria.
Lo annuncia il presidente della Regione Giovanni Toti: «Al momento le dosi dell’open day di AstraZeneca sono tutte esaurite: 22 mila dosi avevamo e 22mila dosi sono state prenotate, per cui stiamo facendo un censimento sulle seconde dosi di AstraZeneca e un ulteriore censimento su Johnson perchè potrebbero arrivare 10 mila dosi in più nei prossimi giorni. Penso che la settimana prossima ripeteremo l’esperimento dell’Open Day su base volontaria e lo faremo per tutte le settimane a venire, ovviamente dosi permettendo. Io stesso ho prenotato AstraZeneca perché è giusto che uno faccia quello che consiglia».
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Toti sottolinea che i ragazzi hanno dato una lezione agli adulti: «Hanno colto un’opportunità per mettersi in sicurezza, dando fiducia a un vaccino che sta riacquistando quella credibilità che merita».
A questo ritmo entro la fine dell’estate tutti i liguri che hanno aderito alla campagna avranno ricevuto il vaccino: «Oggi vacciniamo l’1 per cento di popolazione al giorno – afferma il governatore – e se arriveremo a 100 mila dosi a settimana, tutti i liguri saranno vaccinati entro settembre. Nelle prossime settimane comunque il tema del Covid non sarà più un tema sanitario».
L’adesione più bassa è quella nella fascia 60-70 anni: «È giusto che ognuno si vaccini con il vaccino raccomandato in relazione all’età e all’eventuale presenza di patologie. Poi – conclude – le dosi Pfizer ci saranno per tutti».
Il gruppo Pd-Articolo Uno della Regione Liguria, tramite il capogruppo Luca Garibaldi chiede all’ente di De Ferrari di accelerare sulle criticità: «Il tema degli ultra-vulnerabili, il 25% dei quali non è ancora stato vaccinato, quello degli operatori a contatto con persone fragili, la categoria degli insegnanti chiamati al vaccino in concomitanza con il periodo di esami e scrutini e quello dei luoghi di lavoro in cui far rientrare il settore turistico».
Per il capogruppo resta centrale vaccinare gli operatori socio-sanitari e socio-assistenziali che lavorano a contatto con persone fragili ma non hanno un percorso strutturato di accesso ai vaccini così come accade per le categorie analoghe.
«Ieri – dice il capogruppo – abbiamo richiesto attenzione anche su strutture e operatori turistici perché nelle linee guida sui vaccini si parla di aziende e bisognerebbe fare un ragionamento simile per il comparto. Restano anche da valutare eventuali iniziative riguardo i 50-60enni che registrano un’adesione volontaria molto bassa, in cui la criticità maggiore è la risposta di quella fascia alla campagna di vaccinazione».