«Posticipare il coprifuoco fino almeno alle 23, altrimenti sarà inutile aprire i ristoranti la sera. Consentire di pranzare e cenare anche al chiuso, con le regole già previste per le zone gialle; aumentare la didattica in presenza anche per le scuole secondarie, ma compatibilmente al sistema dei trasporti pubblici. Non ci sono autobus da comprare sul mercato, anche se il governo stanziasse i fondi. Dare la possibilità alle palestre di svolgere attività individuali. Approvare al più presto le linee guida e le possibili date di ripartenza per fiere, congressi ed eventi come matrimoni e altre celebrazioni»
Queste le proposte delle Regioni al governo in vista del prossimo decreto. Le ha riassunte il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che ieri ha partecipato in videoconferenza alla riunione con i ministri per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, della Salute Roberto Speranza, dell’Interno, Luciana Lamorgese e dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Oggi in consiglio dei ministri è atteso il nuovo decreto legge Covid.
«Proposte di buon senso e moderazione, compatibili a nostro avviso con la situazione Covid. Speriamo che vengano accolte, affinché lo sforzo del governo non sembri qualcosa di poco più di un timido gesto, un po’ impaurito», commenta Toti.
Per quanto riguarda la scuola, «l’obiettivo comune è raggiungere il 100% di studenti in presenza nelle classi. Tutti abbiamo condiviso la necessità sia di rendere graduale il ritorno in aula per evitare rischi nelle scuole e nel trasporto pubblico locale sia di lavorare fin da subito per settembre, nella consapevolezza che non vi sono sul mercato immediatamente acquistabili mezzi pubblici che consentano di ampliare in modo significativo il parco mezzi del Tpl. La gran parte dei bus gran turismo che abbiamo impiegato non sono adatti, per le loro caratteristiche, a essere utilizzati nelle aree urbane e, qualora si decidesse di acquistare mezzi pubblici, tra gare e procedure servirebbe un numero significativo di mesi, misurabile in realtà più in anni che in mesi. Per queste ragioni il decreto prevedrà un obbligo minimo di presenza al 60%, che è più del 50% previsto oggi e che fa parte di un percorso, in cui ci auguriamo di crescere fino al 100%, compatibilmente con la pandemia e l’espansione del Tpl».
Sulla ristorazione, il governatore della Liguria ha osservato che «era già consentito dalle linee guida consumare all’interno dei locali a pranzo in fascia gialla, e quindi ci auguriamo che venga ripristinata questa possibilità. Sulle aperture serali e la possibilità di cenare all’aperto a pranzo e a cena, tutte le Regioni hanno chiesto di prorogare il coprifuoco alle 23: lasciare il coprifuoco alle 22 significa renderlo incompatibile con le normali abitudini alimentari degli italiani e rischierebbe francamente di sembrare più una provocazione che una reale opportunità. Comprendiamo di non poter liberalizzare la notte, per il rischio di assembramenti, feste fuori dai locali o il classico struscio dopo cena. Ma riteniamo che le 23 siano un orario compatibile con la situazione in atto nel Paese».
Il presidente Toti ha poi spiegato che «le altre richieste riguardano le palestre in relazione alla possibilità di allenamenti individuali al loro interno, e le linee guida che come Regioni stiamo elaborando e che chiediamo siano recepite per la ripartenza di manifestazioni e celebrazioni come congressi, fiere ma anche matrimoni».
Toti ha poi evidenziato che nella riunione «non si è parlato di nuovi parametri. Avevamo chiesto un maggior peso delle ospedalizzazioni sull’indice Rt e vedremo se se ne terrà conto».