«L‘Italia con il governo Draghi intanto ha rimesso i pezzi del puzzle al posto giusto. L’Italia è un paese della Nato che fonda sull’atlantismo e sull’europeismo la sua politica estera, questo significa che dei tentennamenti che ci sono stati, molto negativi, durante il Governo Conte I e soprattutto Conte II rispetto alla Libia e al Nord Africa ma anche rispetto all’atteggiamento nei confronti della Cina e della Russia vanno rivisti. Non caso il presidente Draghi la prima visita all’estero l’ha effettuata in Libia, a significare l’interesse ritrovato per quella regione sulla quale il Governo precedente era stato ondivago». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè oggi a Genova nel corso di un incontro con la stampa.
«Cosa bisogna fare? – ha proseguito Mulè – Bisogna insistere sulla strada già intrapresa del dialogo con la Libia ripartendo dagli accordi del 2010 sottoscritti dal presidente Berlusconi e rivendicati oggi come superlativi dal presidente Draghi e dalle autorità libiche, quel trattato di amicizia italo-libica con la costruzione dell’autostrada di 1700 km fatta da italiani è il giusto luogo da cui ripartire per non essere secondi e soprattutto non essere sottomessi ad altre potenze come la Turchia che in questo momento esercitano la loro influenza nei confronti di un paese che cerca disperatamente di allearsi con qualcuno».
Mulè ha sottolineato che «La Turchia è un paese che ha avuto un’involuzione per noi inaccettabile sul fronte dei diritti umani, sul fronte del rispetto dei diritti della persona, lo abbiamo segnalato e sottolineato in tutti i luoghi opportuni, abbiamo però la consapevolezza che la Turchia è un paese con cui bisogna avere rapporti, soprattutto commerciali, legati alla tutela delle nostre industrie».
Secondo il sottosegretario alla Difesa per questa linea politica l’Italia ha «l’appoggio degli altri paesi europei», «quello che è da evitare è quello che è successo in maniera disgraziata in passato, le fughe in avanti da parte di alcuni partner europei» ma «per fortuna c’è una consapevolezza rinnovata e questo ci fa guardare con fiducia a quello che succederà oggi e soprattutto domani».