Due indicatori in peggioramento in Liguria nel monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe per la settimana 27 gennaio-2 febbraio 2021 e uno identico alla scorsa settimana (erroneamente evidenziato in rosso anziché in giallo).
Resta a 2,8% l’incremento percentuale dei casi, mentre peggiorano i casi testati per 100 mila abitanti (992 contro 1.052) e il rapporto positivi-casi testati (12,5% contro l’11,4%).
Migliorano i casi attualmente positivi per 100 mila abitanti (283) contro i 285 della settimana precedente. Restano al limite della soglia i posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid 19 (30%) e sotto soglia i posti letto in area medica (36%).
«Esauriti gli effetti del Decreto Natale – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si arresta la discesa dei nuovi casi settimanali, sostanzialmente stabili guardando al dato nazionale, mentre in diverse Regioni s’intravedono i primi segnali di un’inversione di tendenza». Rispetto alla settimana precedente, in 9 regioni risale l’incremento percentuale dei nuovi casi e in 5 Regioni si registra un aumento dei casi attualmente positivi per 100.000 abitanti. «Segnali – ribadisce il Presidente – che invitano a tenere alta l’attenzione sulla diffusione delle nuove varianti, potenziando il sequenziamento del virus ove si rilevano incrementi anomali dei nuovi casi».
Per quanto riguarda i vaccini le forniture previste per il primo trimestre 2021 a livello nazionale sono le seguenti: Pfizer-BioNTech si è impegnata a fornire 7,56 milioni di dosi.
Moderna ha confermato la fornitura di 1,32 milioni di dosi previste dal piano vaccinale.
AstraZeneca si è impegnata a consegnare 5,3 milioni di dosi, aumentate secondo quanto annunciato dalla presidente della Commissione Europea Von der Leyen.
Complessivamente nel primo trimestre, considerando anche le 480 mila consegnate nel mese di dicembre 2020, si stima la disponibilità di 14,7 milioni di dosi (di cui già consegnate quasi 2,4 milioni) che permetterebbero di completare il ciclo vaccinale di 7,3 milioni di persone (circa 12% della popolazione). «In conseguenza degli annunciati ritardi – precisa Renata Gili, responsabile Gimbe ricerca sui Servizi sanitari – le forniture si concentreranno nella seconda metà del primo trimestre e per la maggior parte nel mese di marzo. Senza un imponente potenziamento della macchina organizzativa, quindi, sarà impossibile somministrare tutte le dosi prima di fine aprile».
Per quanto riguarda i vaccini somministrati, in Liguria, rispetto alla scorsa settimana la percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è salita dallo 0,44% all’1,32%, restando sempre sotto la media nazionale e sempre all’undicesimo posto.
Sulle categorie di persone a cui sono stati somministrati i vaccini «è stato chiarito – spiega Cartabellotta – che il “personale non sanitario”, ufficialmente non previsto dal Piano vaccinale, include persone che a vario titolo lavorano nelle strutture ospedaliere e sanitarie. Ma, in assenza di un’anagrafe vaccinale nazionale, in questa categoria possono confluire anche soggetti al momento esclusi dalle categorie prioritarie». Peraltro, rispetto alla media nazionale del 19%, dal database ufficiale risulta una notevole variabilità regionale. La scorsa settimana, per esempio, in Liguria il personale non sanitario (in rosso) era al 39%.
«Nel bel mezzo della crisi di governo – sostiene Cartabellotta – stiamo attraversando una delle fasi più critiche della pandemia: da un lato l’inevitabile rallentamento della campagna vaccinale, segnata da continue revisioni al ribasso delle forniture, dall’altro i primi segnali di aumento di circolazione del virus, indubbiamente sottostimata. Ma soprattutto incombe la minaccia delle nuove varianti, già sbarcate in Italia, che rischiano di far impennare la curva dei contagi. Nel frattempo, in un’Italia quasi tutta gialla ci si continua ad appellare, in maniera paternalistica, al buon senso dei cittadini che in realtà non fanno solo che adeguarsi a quanto permesso».