Come trasformare la crisi del turismo ligure in opportunità di rilancio. La pandemia ha colpito duramente il turismo in Liguria come nel resto d’Italia ma il comparto nella nostra regione è frenato anche da fattori strutturali, ben anteriori alla crisi da Covid 19. Lo studio “Turismo in Liguria nel post Covid-19: criticità e opportunità” elaborato da Romina Galleri, economista della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo precisa che «L’analisi dei flussi turistici nel lungo periodo evidenzia come tra il 2008 e il 2019 i turisti siano aumentati in Liguria del 6,8%, mostrando un tasso di crescita inferiore alla metà di quello nazionale».

Sui fattori che determinano il gap del turismo ligure rispetto ad altri territori, individuati dal report di Galleri, e sulle leve che si possono attivare per superarli, trasformando la crisi in un’opportunità, anche grazie alle misure adottate per sostenere l’economia in questa fase, abbiamo intervistato Teresio Testa, responsabile di Intesa Sanpaolo per l’area Liguria-Piemonte- Valle d’Aosta
La prima sfida che la Liguria deve affrontare per il proprio rilancio turistico è quella degli investimenti nelle infrastrutture, stradali e ferroviarie. Possiamo rendere la nostra regione sempre più attrattiva, però se è difficoltoso arrivarci oppure percorrerla … Ma questo è un argomento di cui ormai si ha consapevolezza sul territorio e anche a livello nazionale. Terzo Valico dei Giovi e ristrutturazione del nodo ferroviario di Genova sono in fase di realizzazione, altri progetti importanti come quelli della Pontremolese e del raddoppio della linea ferroviaria del Ponente sono stati inseriti nell’ultimo dpcm. Si spera che, un giorno, vadano a buon fine. Quali sono le altre sfide, da affrontare nell’immediato?
«Direi che per ripartire il turismo ligure innanzitutto deve rivedere la propria offerta turistico-alberghiera, attualmente concentrata sulla fascia medio-bassa, in contrasto con le risorse naturali del territorio che, solo per stare alla parte costiera, conta 32 Bandiera Blu e 14 Approdi turistici Bandiera Blu. L’offerta delle strutture alberghiere liguri deve spostarsi a un livello più alto, le strutture 4 stelle in Liguria sono nettamente meno presenti rispetto alla media italiana, con un ‘offerta di posti letto che è il 22,3% del totale contro il 35,4% dell’Italia, nei cinque stelle la media ligure è 3,2% contro 3,6% del resto del paese».
Come si può mettere in moto questo processo? Occorrono investimenti adeguati e il vostro focus mette in evidenza la fragilità patrimoniale delle aziende della regione.
«La struttura finanziaria può essere un ostacolo ma se esiste la capacità imprenditoriale la riqualificazione è possibile: c’è una liquidità notevole, i tassi sono bassi, ci sono le moratorie, e finanziamenti importanti, anche con la garanzia dello stato. Però i soldi non bastano, bisogna avere inventiva, idee e voglia di migliorare. Consideriamo i dati. Noi fin dai primi momenti dell’emergenza siamo intervenuti per cercare di dare supporto immediato e liquidità alle imprese. Al mondo del turismo, tra i più colpiti dal blocco delle attività dovuto al Coronavirus, abbiamo dedicato grande attenzione su tutto il territorio nazionale, e in Liguria in particolare, dove questo è un settore economico di peso. Per sostenere le imprese del turismo e dell’indotto Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond di 2 miliardi a sostegno non solo della liquidità ma anche della ripresa degli investimenti, e ha incrementato fino a 24 mesi la sospensione delle rate dei finanziamenti in essere, un’iniziativa importante per consentire alle aziende di avere il tempo necessario per tornare alla normalità e non dover sopportare il peso degli impegni finanziari presi in precedenza. Il plafond è stato utilizzato a livello nazionale per 3,8 miliardi, di cui 1,7 miliardi attraverso i finanziamenti Covid. Su quest’ultimo aggregato, la Liguria ha contribuito per l’2,1% del totale utilizzi, eppure vale il 3,5% degli occupati e il 3,4% del valore aggiunto. Chi davvero lo vuole, proprio in questo momento può riqualificare la propria impresa, ricorrendo a risorse finanziarie a condizioni estremamente vantaggiose. Si tratta soprattutto di una questione di volontà e di intraprendenza».

Anche misure come Ecobonus e Superbonus possono aiutare e migliorare l’accoglienza delle seconde case e degli alberghi ma non è facile accedervi per una piccola impresa o per un privato.
«I vantaggi degli interventi di riqualificazione degli edifici sono evidenti, non solo per i risparmi in bolletta ma per il miglioramento della qualità e del comfort degli spazi abitati, l’aumento del livello di sicurezza, il miglioramento estetico e l’aumento del valore di mercato dell’immobile e per la salvaguardia dell’ambiente, che è un bene prezioso per tutti e per il turismo è essenziale. Intesa Sanpaolo ha messo a punto varie iniziative di sostegno per la riqualificazione edilizia, per esempio un’articolata proposta di finanziamenti “green”, cioè mutui e prestiti personali che premiano con condizioni di tasso vantaggiose chi acquista immobili a elevata efficienza energetica e chi effettua una riqualificazione volta ad aumentarne la classe energetica di appartenenza. Il vantaggio fiscale del Superbonus rappresenta poi un’opportunità straordinaria e imperdibile, per riqualificare il nostro patrimonio immobiliare e per ridurre le emissioni di CO2. Abbiamo messo in piedi da subito un’iniziativa che prevede lo sconto e l’acquisto del credito fiscale da aziende, privati e condomini, per permettere ai nostri clienti di realizzare i lavori necessari e quindi di incrementare il valore dell proprio immobile anche se non si dispone delle risorse necessarie. E per aiutare i proprietari nei percorsi burocratici, in effetti non agevoli, abbiamo stipulato una collaborazione con Deloitte, che offre gratuitamente ai clienti di Intesa Sanpaolo un servizio facoltativo di consulenza per tutte le fasi dell’intervento e una piattaforma dedicata per esaminare la documentazione, verificarne la completezza e chiedere eventuali integrazioni. Tutto ciò per evitare errori e portare a buon fine la richiesta in tempi più rapidi. Quindi, in sostanza, è un servizio completo: finanziamo, compriamo il credito e offriamo consulenza. C’è un grande interesse e i riscontri a oggi sono significativi».
Il rapporto individua anche nella arretratezza della digitalizzazione un handicap del turismo ligure
«Certo. La riqualificazione non può prescindere dalla digitalizzazione. Teniamo presente che ormai un terzo dei turisti utilizza le applicazioni di telefonia mobile per acquistare biglietti viaggio e prenotazioni prima di partire e una buona parte se ne serve durante il viaggio. Nel 2019 l’e-commerce di viaggi degli italiani è salito a 15,5 miliardi di spesa, il che vuol dire una crescita del 9%, con un boom soprattutto delle applicazioni di telefonia mobile. In fase di prenotazione il maggiore utilizzo di internet si focalizza sull’acquisto dell’alloggio e del trasporto e attualmente i canali di vendita e il marketing non sono tra i punti di forza delle imprese alberghiere liguri. Ma la digitalizzazione, non è funzionale soltanto alla vendita: determina anche la qualità del soggiorno del turista. Ci sarà molto da lavorare in questo senso. Soprattutto per avere successo sui mercati esteri il web è ormai indispensabile. E in fatto di internazionalizzazione delle presenze turistiche attualmente la regione si contraddistingue per valori nettamente inferiori alla media italiana, 40% contro il 50%. Qualcosa si sta muovendo, le presenze degli stranieri sono aumentate quasi del 50% nell’ultimo decennio, fino a prima della pandemia, però incidevano ancora relativamente poco sul totale delle presenze turistiche. Inoltre, proprio questo periodo di pandemia ci ha fatto apprezzare i lati positivi dello smart working. La Liguria non potrebbe che trarre vantaggio da questo evoluzione del modo di lavorare, vicina com’è a due importanti poli come Milano e Torino. La possibilità di effettuare alcuni periodi di lavoro dalla Liguria potrebbe essere molto attrattiva soprattutto per lombardi e piemontesi».
Come si può superare questa arretratezza?
«Una svolta può venire dal prevedibile prossimo ingresso dei giovani alla guida delle aziende. I giovani, come si sa, rispetto ai più anziani hanno molta più dimestichezza con il mondo digitale e tendenzialmente sono aperti all’innovazione. E siccome in Liguria, la quota di alberghi guidata da soggetti di età maggiore di 65 anni è ancora alta, ci si aspetta un prossimo ricambio generazionale per un buon numero di imprese turistiche. Bisognerà non farsi trovare impreparati, organizzando periodi di affiancamento generazionale perché l’inserimento dei giovani nelle aziende potrà portare a effettivi passi avanti».
Saranno necessari anche per i giovani dei momenti di formazione.
«Per rilanciare il turismo occorre un progetto ad ampio respiro, non basteranno solo il credito e la liquidità: bisognerà puntare anche sulle competenze umane e sugli strumenti di pianificazione. Sul tema specifico della formazione, stiamo lavorando per portare anche a Genova “Giovani e Lavoro”, un progetto sviluppato con Generation Italy, la fondazione non-profit della società di consulenza strategica McKinsey & Company, che purtroppo ha subito un rallentamento a causa dell’emergenza Covid. Questa iniziativa è finalizzata alla formazione e all’accesso al mercato del lavoro italiano di 5.000 giovani tra i 18 e i 29 anni nel triennio 2019-2021; tra i profili professionali da sviluppare, anche quello dello specialista del settore alberghiero/ristorazione. Inoltre, stiamo studiando nuove iniziative in tema di business administration, su temi finanziari e non solo – esempio anche il green, la digitalizzazione – che potrà trovare applicazione anche nel settore del turismo».
La Liguria è stata una delle prime regioni italiane ad attrarre turisti, in misura rilevante anche stranieri. Forse per questo l’offerta turistica è obsoleta?
«No. Avere alle spalle una tradizione di per sé è un vantaggio. Però bisogna guardare avanti, non indietro. E non penso soltanto alla riqualificazione degli edifici e al web ma al fatto che la Liguria ha sempre offerto quasi soltanto mare e clima mite tutto l’anno. Un tempo poteva bastare, oggi no. A parte il fatto che la stessa fascia costiera permette una gamma di attività sportive molto più ampia di quella attuale, se adeguatamente organizzata e promossa, penso a beach volley, tennis, golf – quanti sono i campi da golf in Liguria? – diving, surf, windsurf, stand up padel, pesca, vela, e molti altri, non dimentichiamo che questa regione è composta in gran parte da monti e boschi. Il suo entroterra è bellissimo e consente attività come passeggiate, escursioni in mountain bike, scalate, ferrate, equitazione, rally. La Liguria potrebbe essere meta tutto l’anno per gli sportivi di tutta Italia, e le regioni confinanti con la Liguria, Piemonte e Lombardia, sono anche quelle in cui si pratica più sport».
Punti forti consolidati sono il crocerismo ed eventi annuali come il Salone Nautico a Genova, il Festival di Sanremo e la corsa ciclistica Milano-Sanremo.
«Si tratta sicuramente di attività ed eventi di risonanza a livello internazionale, ma ci sono molte altre manifestazioni locali come sagre, fiere, spettacoli, manifestazioni, mercatini, regate e rievocazioni storiche che si svolgono in tutta la regione e in tutte le stagioni e che vanno valorizzati. E poi non basta pensare all’esistente, bisogna creare nuove opportunità, mettendo a frutto le caratteristiche di questo splendido territorio. Per esempio, in Liguria è importante il florovivaismo, specialmente nel distretto del ponente, nella Riviera dei Fiori. Può essere una risorsa notevole anche per il turismo. Sì, alcuni eventi ci sono già, come Sanremo in Fiore e la Battaglia dei Fiori di Ventimiglia, ma durano una sola giornata. Occorrere creare maggiori occasioni in cui i visitatori possano godere della bellezza dei fiori liguri. Pensiamo al successo che ha la lavanda in Provenza. Le fioriture di lavanda non avvengono soltanto in Provenza. In provincia di Imperia, sul Colle di Nava, per esempio, le coltivazioni di lavanda sono presenti e fanno tradizionalmente parte del paesaggio, tanto che a luglio a Pornassio si celebra abitualmente la Festa della Lavanda. E poi in Liguria esistono delle perle rare come i Giardini Botanici Hanbury di Ventimiglia, Villa Grock a Imperia e Villa Durazzo Pallavicini a Genova, dove la natura si fonde con l’architettura. Tutto questo va messo a sistema e promosso in modo adeguato alle nuove aspettative e modalità di scelta dei consumatori».