«Oggi navighiamo a vista. Possiamo resistere per tre mesi al massimo. Ci auguriamo che si verifichi una ripartenza da marzo, altrimenti per l’industria sarà durissima».
Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova, traccia un bilancio del 2020 e si lascia andare a qualche prospettiva per il 2021. «Fino a oggi l’industria manifatturiera è andata benino, nei limiti della situazione attuale. Dopo il lockdown di marzo-aprile ci si è ripresi a maggio-giugno per poi avere un ottimo trimestre sopra le attese a luglio-agosto-settembre. Gli effetti della seconda ondata invece si sono iniziati a vedere da metà dicembre. Calano gli investimenti e le scorte esaurite non si stanno ricostituendo, le persone sono di nuovo propense al risparmio privato e ne consegue che le imprese fatichino».
Marzo sarà anche un mese cruciale per l’occupazione, visto che il blocco dei licenziamenti scadrà proprio il 31: «Io non penso che ci saranno questi licenziamenti di massa – afferma Mondini – quantomeno per alcuni settori industriali. Posso comprendere, per esempio, le problematiche che può avere una compagnia aerea. Non ci sarà un rimbalzo a V, ma probabili riorganizzazioni, a volte dolorose ma non drammatiche, penso al ricorso agli ammortizzatori sociali in accordo coi sindacati».
Sui dati che invece ieri ha diffuso la Cgil Liguria, rielaborando le statistiche Istat sul Pil in Liguria, Mondini dice: «Per commentare ci vogliono economisti e io non lo sono. È evidente che quando misuriamo i dati della Liguria e li confrontiamo con quelli del Nord Ovest, non è un segreto che cresciamo meno. Ci confrontiamo con le economie più avanzate. Noi dobbiamo invertire un trend demografico che incide sempre sui dati. Tuttavia l’osservatorio di Confindustria Genova negli ultimi due anni e fino al primo semestre 2020 non ha mai visto rallentamenti. Liguria si è sempre distinta per non seguire i picchi nei trend positivi o negativi che siano. Senza troppi alti e bassi. Quello che ci aspettiamo, però, è un allineamento con altre economie del Nord Ovest il più presto possibile».
È probabile, anche, che i dati di Confindustria Genova siano migliori rispetto a quelli relativi a tutta la Liguria, in cui le altre province faticano storicamente di più.
Il gap principale è quello del deficit infrastrutturale. Mondini lo definisce «il solito ritornello», ma di fatto è quella una delle cause principali.
«Teniamo conto che il grande lavoro per la ricostruzione del ponte ci ha riportato dove eravamo prima. Oggi abbiamo solo qualcosina in più come la Guido Rossa e l’allargamento di lungomare Canepa. Visto che l’economia del mare è il nostro driver maggiore sia sulle merci sia per le persone, l’assenza di infrastrutture penalizza anche se non saprei quantificare. Mi piacerebbe sapere come sarebbero le performance di Genova se avessimo treni e strade adeguati. Io sostengo che si farebbe molto meglio».