Diminuisce il numero di iscritti all’Albo dei Commercialisti ed Esperti Contabili in Liguria. Se il dato di confronto a un anno tra il primo gennaio 2019 e il primo gennaio 2020 vede la Liguria, insieme ad altre sei regioni, in negativo come variazione (-0,6%), è confrontando il periodo 2008-2020 che la Liguria emerge come la prima per calo con un -7,1%: prima regione con un tasso di crescita negativo. Con il segno meno c’è solo la Basilicata (-1%), le altre hanno avuto crescite elevate come il Trentino Alto Adige (+33%), l’Emilia Romagna (+30,3%) e il Molise (+23,7%) solo per citare i più alti. Sono i dati contenuti nell’ultimo report del consiglio nazionale e della Fondazione Ordine dei Commercialisti sui numeri della professione.
Paolo Ravà, presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Genova, commenta: «Sono dati che ci dicono che dobbiamo confrontarci all’interno. Non sono numeri che ci sorprendono anche alla luce della forte diminuzione di abitanti nel nostro territorio. Facciamo i conti anche con il fatto che molte delle attività che prima venivano eseguite dai professionisti oggi sono sostituite dall’informatica».
C’è un dato particolarmente preoccupante secondo Ravà, quello dei praticanti, che si collega al reddito, non più alto come una volta: «In Liguria siamo sui 60 mila euro lordi all’anno. Mettendoci le tasse e i contributi rimane poco e con tutti i rischi connessi alla professione. I praticanti in Liguria sono scesi del 73,3%: dai 333 al primo gennaio 2019 siamo arrivati agli 89 del primo gennaio 2020. Non abbiamo una professione attrattiva e questo è un tema decisivo per noi. Inoltre siamo troppi rispetto alla popolazione e gli spazi si comprimeranno sempre di più per l’avvento delle tecnologie. Un tempo dopo lo sforzo per abilitarsi si avevano almeno vantaggi economici e di posizionamento. Oggi nel rapporto leggiamo di redditi medi 20 mila euro per professionisti in alcune province del Sud. Se succede questo vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato».
A livello di reddito, il rapporto vede la Liguria a 63.182 euro (variazione 0% rispetto all’anno precedente) con una mediana, ossia il valore al 50% della distribuzione delle dichiarazioni, di 40.962 euro (+0,6%).
Dal 2008 al 2019, a livello nazionale, il valore aggiunto pro-capite del comparto libero professionale a livello nazionale si è ridotto del 20%. Il reddito professionale medio dei commercialisti si è ridotto dell’11%. Il tasso di crescita degli iscritti tra il 2019 e il 2020 è solo in aumento dello 0,1%: 136 in più. Il calo dei praticanti segna un rapporto uno a dieci con gli iscritti totali.
Il mancato turnover tra forze nuove e gli anziani iscritti provoca uno squilibrio anche sul versamento dei contributi previdenziali.
Ravà spiega che la categoria farà lo sforzo di portare gli over 60 anni a un’onorevole pensione, mentre per i giovani l’obiettivo è di rendere la proposta professionale più attrattiva con specializzazioni e la conquista di riserve di lavoro portate dalla competenza e non dalla legge. «Oggi occorre scordarsi che in passato si guadagnava con le dichiarazioni iva».
In Liguria ci sono 3,8 commercialisti ed esperti contabili per 10 kmq. Un valore medio rispetto ai 10,4 della Campania o ai 0,6 della Valle d’Aosta.
In totale il peso degli iscritti nell’Albo ligure è inferiore al 3% rispetto al totale degli iscritti in Italia.
La struttura degli iscritti a livello regionale vede un 62,4% di maschi, un 37,6% di donne. Un 11,2% di under 41 anni (peggio solo Sicilia e Puglia), un 64,1% di professionisti tra i 41 e i 60 anni e un 24,7% di over 60, quest’ultima percentuale è la più alta d’Italia.
Andando a vedere i dati provinciali a Genova erano 1.738 iscritti nel 2019, 1737 nel 2020 (-0,1%, quota sul totale 1,5%), mentre tra il 2008 e il 2020 sono 126 in meno dai 1.863 nel 2008 (-6,8%); a Imperia erano 402 gli iscritti nel 2019, 396 nel 2020 (-1,5%, quota sul totale 0,3%), mentre nel 2008 erano 395 (+0,3%); alla Spezia gli iscritti erano 376 nel 2019 372 nel 2020 (-1,1%, quota sul totale 0,3%), mentre nel 2008 erano 436 (-14,7%); a Savona 492 gli iscritti nel 2019, 484 nel 2020 (-1,6%, quota 0,4%), mentre nel 2008 erano 525 (-7,8%).
A livello di donne iscritte la Liguria è una delle regioni in cui la percentuale è più alta (37,6% appunto). La prima è l’Emilia Romagna con il 41,3%.
Nella gallery tutti i dati provinciali