In Liguria il 24,1% delle famiglie non ha accesso a internet da casa, media peggiore di quello nazionale che è del 23,9%. Ma il dato è ancora più negativo se si considera la banda larga: in questo caso a disporre nella propria abitazione di una connessione veloce in Liguria è il 51,5% delle famiglie, contro la media nazionale del 54,5%, mentre quella del Nord Ovest è del 57,8%.
Questi dati indicano un gap da affrontare per favorire lo sviluppo economico della regione e nell’immediato mostrano i limiti che nel territorio regionale incontra la didattica a distanza richiesta per contenere il contagio da Covid. Sono emersi dalle analisi che in questi mesi ha effettuato Intesa Sanpaolo per garantire formazione a distanza e supporto finanziario agli studenti e alle famiglie italiane, che devono conciliare cura delle persone e professione. Lo studio stima che in Italia circa il 20% degli studenti durante il lockdown non ha potuto seguire la didattica a distanza.
Si evidenzia inoltre che “questi ritardi sono diffusi a tutto il territorio nazionale: anche nei territori più virtuosi, come Lazio e Lombardia, poco meno di quattro famiglie su dieci non hanno accesso alla banda larga; in alcune regioni del Mezzogiorno si sale addirittura a sei famiglie su dieci;
• inoltre, non sempre l’accesso alla rete garantisce la possibilità di svolgere attività come la didattica a distanza se a casa non sono presenti un numero sufficiente di pc o tablet rispetto al numero dei componenti della famiglia. Gli ultimi dati Istat disponibili sulla situazione aggiornata agli anni 2018-2019 evidenziano come il 12,2% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni (850mila) non abbia un computer o un tablet a casa; questa percentuale sale a quasi il 20% nel Mezzogiorno (circa 470mila) e si ferma al 10,9% nel Centro e al 7,5% nel Nord. Inoltre, anche laddove sono presenti PC in casa, il 57% dei ragazzi deve condividere la sua dotazione tecnologica con la famiglia; in questi casi meno della metà dei famigliari dispone di un pc o un tablet da utilizzare. Soltanto il 6,1% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni vive in famiglie in cui è disponibile almeno un computer o un tablet per componente.
È dunque fondamentale sostenere le famiglie più fragili per evitare che una quota rilevante di studenti resti attardata già nella scuola primaria.
Va poi favorita la formazione secondaria e soprattutto terziaria, visti i ritorni sul potenziale di crescita del nostro paese:
• il tasso di occupazione dei laureati in Italia è pari al 76,8%, una percentuale in crescita rispetto al 2008 e di gran lunga superiore a quanto osservato tra i diplomati (64,9%) e tra coloro che si sono fermati alla licenza media (44,2%). Inoltre, tra i laureati il tasso di disoccupazione è pari al 5,7%, un dato decisamente inferiore al totale italiano (pari al 10%). Differenze significative sono presenti in ogni area geografica: tra i laureati la percentuale di disoccupati è pari al 3,4% nel Nord-ovest (4,9% in Liguria vs. 9,6% disoccupazione totale regione), al 3,7% nel Nord-est, al 5,4% nel Centro e sale al 10,2% nel Mezzogiorno dove però la disoccupazione complessiva della popolazione raggiunge il 17,6%. Il divario tra laureati e resto della popolazione nell’accesso al mondo del lavoro è particolarmente alto anche quando si osservano i giovani laureati;
• il rilancio del sud passa necessariamente dal capitale umano. Va dunque ampliata e adeguatamente valorizza la platea di laureati. Nelle regioni meridionali il tasso di istruzione terziaria è ancora basso: nella fascia di età 30-34 anni si ferma al 21,2%, dieci punti percentuali in meno rispetto alle regioni del Centro-Nord. A questa criticità si somma un saldo migratorio negativo degli studenti universitari: nel Mezzogiorno, infatti, un terzo dei giovani decidono di studiare fuori sede, spesso in regioni lontane da casa, come il Lazio, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana e il Piemonte.
Tra le componenti più fragili della popolazione, soprattutto in questa fase di emergenza vi sono le donne. Se si considera il tasso di occupazione, il divario di genere è storicamente molto ampio:
• nel 2019, nonostante il lieve miglioramento osservato negli ultimi anni, è stato pari a 18 punti percentuali nella fascia di età 15-64 anni (68% tra i maschi e 50,1% tra le donne), con punte superiori ai 23 punti percentuali nel Mezzogiorno (56,6% vs 33,2%). In Liguria, il tasso di occupazione è stato del 70,4% tra i maschi e del 56,2% tra le donne, con un gap di 14,2 punti percentuali
• Conferme in tal senso vengono anche dal tasso di disoccupazione che già nel 2019 presentava valori più elevati per la componente femminile: a fronte di un dato del 9,1% per gli uomini, il tasso saliva all’11,1% tra le donne, con circa una donna su cinque disoccupata nel Mezzogiorno. In Liguria il tasso di disoccupazione è stato del 7,4% tra i maschi (5,4% nord ovest) e del 12,3% tra le donne (7,9% nord ovest). La Liguria si distingue per essere la regione italiana con il maggior differenziale tra tasso di disoccupazione maschile e femminile: 4,9 punti percentuali a svantaggio delle donne.
• Se si considera la popolazione compresa tra 25 e 34 anni, la percentuale di donne disoccupate sale in Italia al 16,5% (in Liguria 18,8%; nord ovest 9,7%), con più di una su 3 per Sicilia, Calabria e Campania. Su questi numeri pesano i problemi di conciliazione tra vita familiare e professionale.
La pandemia e le misure di contenimento alla diffusione del virus stanno mostrando effetti importanti sull’organizzazione familiare e possono aggravare le difficoltà di conciliazione tra esigenze di vita e di lavoro:
• uno degli strumenti per attenuare queste criticità è quello degli asili nido: in Italia sono attivi oltre 13 mila servizi educativi per la prima infanzia (la metà dei quali sono privati), con una copertura pari al 25,5% dei potenziali utenti (in Liguria 31,3%, nord ovest 29,9%), valore ancora lontano dall’obiettivo del 33% fissato dall’Unione Europea per il 2010 e superato attualmente in cinque regioni del centro-nord (Valle d’Aosta, Umbria, Emilia-Romagna, Toscana e Friuli-Venezia Giulia);
• l’offerta di posti nelle strutture per la prima infanzia è fortemente eterogenea tra territori, a sfavore delle aree meno ricche con una disponibilità di un posto per dieci bambini in Campania, Sicilia e Calabria;
• il costo può condizionare le scelte dei genitori: nel 2017 il carico medio annuale che una famiglia doveva sostenere per il servizio di asilo nido è stato pari a circa 2 mila euro, che corrisponde al 20% della spesa totale del servizio (23% nelle regioni del Nord, 15,3% in Liguria; e 10,7% nel Mezzogiorno)”.
Intesa Sanpaolo in questi mesi si è impegnata per la formazione a distanza, lo studio, l’avvicinamento al lavoro e per garantire formazione a distanza e supporto finanziario agli studenti e alle famiglie italiane, che devono conciliare cura delle persone e professione, mettendo in campo alcune iniziative che vanno ad aggiungersi ai già collaudati strumenti per favorire l’accesso all’istruzione e al mondo del lavoro.
«Intesa Sanpaolo – commenta dichiara Teresio Testa, direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo – ha messo in campo da tempo numerosi e concreti progetti per sostenere le famiglie e la formazione delle giovani generazioni, nella convinzione che questo sia il settore chiave su cui investire per contribuire allo sviluppo culturale e sociale delle persone e del Paese. In questi mesi complicati, abbiamo ulteriormente potenziato i nostri progetti di sostegno all’educazione e alla formazione: vogliamo essere sempre più ‘banca d’impatto’, avvertiamo la responsabilità di contribuire alla ripartenza e di essere d’aiuto a chi ha più bisogno. Primi tra tutti i nostri ragazzi, costretti dall’emergenza sanitaria a cambiare, da un giorno all’altro, il proprio modo di apprendere e seguire le lezioni, senza contare le pesanti ricadute economiche sulle famiglie. Il digital divide nel nostro Paese è ancora troppo elevato: non tutti hanno accesso in egual misura alle tecnologie digitali e questo può creare differenze e ostacoli nel percorso formativo di tanti ragazzi. Le misure che abbiamo avviato puntano proprio a ridurre questo gap e a restituire una visione del futuro più serena: dai finanziamenti a tasso zero per dotarsi di personal computer o tablet e accesso a internet, ai prestiti d’onore per iscriversi a corsi universitari o a percorsi di studi di respiro internazionale, fino alle piattaforme per rafforzare le competenze, ai programmi per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro e anche agli aiuti per le giovani madri lavoratrici. Stiamo facendo a continueremo a fare la nostra parte, perché nessuno resti indietro».
I finanziamenti a tasso zero e i prestiti d’onore rappresentano la soluzione finanziariamente più conveniente per rateizzare importi onerosi, come l’acquisto di tablet e personal computer, le rette universitarie o i periodi di studio all’estero. Con il micro prestito da 500 a 1.500 euro a tasso zero, rimborsabile in 48 mesi spendendo 1 euro al giorno, le famiglie con ISEE fino a 50.000 euro possono dotarsi di quanto occorre per la didattica a distanza. L’iniziativa, partita a settembre, si chiama XME StudioStation ed è facilmente richiedibile in filiale. L’iniziativa è finanziata attraverso il Fund for Impact, il fondo istituito da Intesa Sanpaolo con l’obiettivo di ampliare l’accesso al credito.
Per rafforzare le competenze Intesa Sanpaolo agevola inoltre l’iscrizione a Skuola.net, dove sono disponibili test per verificare la propria preparazione, webinar sul metodo di studio e ripetizioni online. La banca incoraggia inoltre i nuovi iscritti con un voucher del valore di 50 euro da spendere subito sulla piattaforma.
Pietra miliare per il sostegno ai giovani in logica “Impact” è “per Merito”, il finanziamento di Intesa Sanpaolo per gli studenti universitari. Non richiede garanzie, ha tassi contenuti e lunghi tempi di restituzione. Dopo la laurea sono previsti due anni prima di iniziare la restituzione, che può avere una durata fino a 30 anni. L’unica condizione per gli studenti è essere in regola con gli studi – 20 crediti formativi o 80% degli esami a semestre. La linea di credito può essere usata in tutto o in parte, subito o nel corso del tempo in base alle esigenze emerse durante gli studi. Non ci sono vincoli di utilizzo: rette universitarie, PC, materiale scolastico, affitto per un alloggio per chi studia fuori sede o altro.
È una novità recente l’accordo con StudyTours, azienda leader nel mondo dell’educational travel, che consente di estendere “per Merito” agli studenti delle scuole superiori con l’obiettivo di rendere accessibile un percorso di studi di respiro internazionale. In questo caso il prestito prevede un finanziamento per un importo massimo di 30.000 euro, da restituire in quindici anni, al quale possono accedere i genitori degli studenti sempre senza alcune richiesta di garanzia. Le famiglie potranno scegliere di impiegare la somma per conseguire il doppio diploma Usa-Italia o, in alternativa, per frequentare un anno di scuola all’estero.
Per studenti che risiedono o studiano nel Mezzogiorno, Intesa Sanpaolo ha affiancato a per Merito il Fondo StudioSì, in partnership con la Banca europea per gli Investimenti (BEI), un finanziamento a tasso zero messo a disposizione dal Ministero dell’Università e della Ricerca, destinato a studenti che risiedono in otto regioni target del progetto PON, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Con il progetto Giovani e Lavoro, Intesa Sanpaolo in partnership con Generation Italy ha come obiettivo la formazione gratuita e l’inserimento di 5.000 giovani tra i 18 e i 29 anni nel mercato del lavoro, in particolare nei settori hi-tech (Java e industria 4.0), vendite, alberghiero e ristorazione in diverse aree geografiche, tra cui Milano, Torino, Roma, Napoli e Bari. Il progetto è incentrato sull’incontro tra offerta e domanda di lavoro: i giovani vengono formati in base ai reali bisogni delle aziende. Dall’inizio programma sono state coinvolte circa 1.400 imprese e circa 1.200 giovani sono stati inseriti in aula, di cui 450 nel 2020. Oggi tutti i corsi vengono erogati a distanza. Il tasso di assunzione per le classi terminate nel 2019 è pari circa all’80%.
Il cerchio si chiude con mamma@work, un prestito a condizioni agevolate che consente alle giovani madri lavoratrici di avere un sostegno economico per conciliare vita familiare e professionale nei primi anni di vita dei figli. È destinato a tutte le donne che lavorano da almeno sei mesi, risiedono in Italia e hanno figli di età non superiore ai 36 mesi. Le somme ricevute possono essere liberamente utilizzate, per esempio per pagare le rette dell’asilo nido o la babysitter.
La formazione a distanza, già ampiamente consolidata prima della pandemia per aggiornare le 90 mila persone che lavorano in Intesa Sanpaolo, ha ricevuto quest’anno enorme impulso anche all’interno del Gruppo. Il digital learning è stato abilitato per tutte le persone di Intesa Sanpaolo, permettendo di erogare circa 6 milioni di ore di formazione nel primo semestre 2020, il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’introduzione di nuovi contenuti informativi (circa 1.100 unità formative nel secondo trimestre 2019, circa 6.700 in totale) ha stimolato un maggiore accesso alla formazione.
Le competenze di Intesa Sanpaolo, uno dei primi datori di lavoro in Italia, in termini di formazione sono regolarmente messe a disposizione della collettività. La società del gruppo dedicata Intesa Sanpaolo Formazione ha di recente annunciato l’avvio di un Executive Master in Business Administration (Emba) dedicato allo sviluppo di competenze manageriali nelle pmi. Il programma di alternanza scuola-lavoro della banca è uno dei più ricchi e completi in Italia.
Inoltre, proprio a partire dalla sua esperienza nella formazione, Intesa Sanpaolo offre un contributo alle scuole e alle famiglie in questa difficile fase, mettendo a disposizione di tutti gli insegnanti una sezione di consigli e strumenti per la formazione a distanza su Webecome, la piattaforma formativa online gratuita (www.webecome.it) che il gruppo ha realizzato per favorire la prevenzione e il contrasto di fenomeni di disagio sociale dei bambini tra i 6 e i 10 anni (scuola primaria di primo grado). I contenuti, completamente gratuiti previa registrazione, sono pubblicati nella sezione dedicata “Consigli e strumenti per la didattica a distanza”.
Intesa Sanpaolo sostiene numerose iniziative formative in partnership. Una di queste è il corso di formazione a distanza per operatori sanitari su temi Covid realizzato e certificato dall’Università Vita-Salute San Raffaele in collaborazione con gli Ordini professionali, promosso da Generation Italy.
In collaborazione con la Fondazione Don Gino Rigoldi, la banca ha recentemente donato 500 computer ai giovani di Milano attraverso le scuole, le associazioni di quartiere e le parrocchie.