Il 33% dei pazienti Covid-19 risulta ancora sintomatico a tre mesi. Il dato è emerso nel corso della conferenza online “Covid 19 in Liguria”, organizzata nell’ambito del Festival della Scienza di Genova. A parlarne è Emanuela Barisione, direttore del reparto di Pneumologia Interventistica dell’Irccs ospedale policlinico San Martino.
Barisione è anche responsabile dell’unico ambulatorio ligure di assistenza post-Covid, al San Martino, e il dato è emerso proprio dallo studio dei pazienti che lì sono stati visitati: «Durante la prima ondata di Covid – racconta Barisione – ci rendevamo conto di non sapere nulla su quello che sarebbe potuto accadere dopo le dimissioni di un paziente. E soprattutto che, nonostante molti pazienti fossero ormai dimissibili, restavano una serie di piccole sintomatologie, determinate anche dal fatto che durante il ricovero si erano presentate comorbidità importanti, in particolare insufficienza respiratoria, sovrainfezione batterica e stato protrombotico».
Di conseguenza è partito un lungo lavoro di raccolta dati di tutti i pazienti che tra il 24 febbraio e l’1 giugno avevano eseguito l’accesso al pronto soccorso del San Martino, «sia quelli non gravi, che magari erano entrati e usciti, sia quelli che poi sono stati ricoverati in terapia intensiva», precisa Barisione. In totale 1.088 casi: «Con un’incidenza di mortalità molto alta: il 31% di questi pazienti era deceduto».
A queste persone è stato chiesto di effettuare un controllo nell’ambulatorio di assistenza. Al momento ancora 186 persone stanno svolgendo il check a sei mesi.
«Dai controlli effettuati abbiamo avuto delle sorprese – spiega Barisione – Ci aspettavamo alcune sequele di tipo respiratorio, cardiologico, neurologico e renale. Ci sono state, ma in realtà i primi quattro sintomi risultavano altri. Al primo posto la dispnea: tanti pazienti presentano residuati polmonari, che a sei mesi tendono a sparire. Al secondo posto la fatigue, cioè una stanchezza immensa, determinata dall’alto numero di linfociti presenti nella muscolatura. Il terzo sintomo è la alopecia: i pazienti perdono i capelli, con le stesse modalità di coloro che fanno la chemioterapia. Per intenderci, non a chiazze, ma trovano i capelli sul cuscino quando si svegliano. Ma dopo sei mesi abbiamo scoperto che i capelli ricrescono. Il quarto sintomo è l’ansia: a questo proposito stiamo facendo un lavoro congiunto con la clinica psichiatrica, per assistere queste persone anche dal punto di vista psicologico. Molte di loro durante il lungo periodo di ricovero sono rimaste sole, senza poter vedere o abbracciare nessuno dei loro cari. Gli stessi infermieri e medici, per ovvi motivi di sicurezza, si fermavano lo stretto necessario per le visite».
La degenza media per i pazienti Covid a media-bassa intensità è di 31 giorni, quella ad alta intensità di 60 giorni. «Entrambi ricoveri molto lunghi per un reparto di pneumologia, che – come struttura – ha un obiettivo di 13 giorni», sottolinea Barisione.
Emanuela Barisione è direttore FF del reparto di Pneumologia Interventistica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova. Professore a Contratto all’Università Politecnica delle Marche e docente del Master di II Livello di Pneumologia Interventistica dell’Università di Firenze. Coordinatore del gruppo di Pneumologia Interventistica e Trapianto Aipo; è autrice di numerose pubblicazioni e relatrice a i convegni inerenti Pneumologia Interventistica e le Pneumopatie Interstiziali Diffuse, campi di maggiore interesse professionale.