Venerdì 9 ottobre a livello nazionale e, quindi, anche sul territorio ligure si svolgerà uno sciopero con il fermo di tutte le attività produttive alimentari nelle ultime quattro ore di ogni turno di lavoro. In Liguria è previsto un presidio dei lavoratori sotto la sede di Confindustria in tutte le province.
Lo sciopero è stato proclamato da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil perché dopo 11 mesi di serrata trattativa sindacale, la maggioranza delle associazioni datoriali ha rifiutato di terminare il percorso del rinnovo contrattuale rischiando di vanificare il buon esito del risultato. In Italia il rinnovo del contratto riguarda circa 400 mila lavoratori nei vari settori della filiera, 2 mila dei quali in Liguria.
Lo stallo sulla trattativa è avvenuto per il rifiuto di alcune associazioni datoriali di arrivare a erogare tredici euro di incremento aggiuntivo alla retribuzione nel 2023. Il blocco della trattativa è un atto grave perché riguarda lavoratori che in piena pandemia hanno continuato la produzione a favore di tutta la filiera e quindi della popolazione. Inoltre, l’industria alimentare in Italia è cresciuta nel 2019 del 13%, soprattutto nell’esportazione dei prodotti made in Italy.
«Il 31 luglio i sindacati nazionali hanno firmato un contratto qualificante e di grande valore che consideriamo un modello di relazioni industriali forte, strutturato, responsabile, per tutelare tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’industria alimentare – spiega Laura Tosetti, segretaria generale Flai Cgil Genova – sul nostro territorio, soprattutto nell’area genovese, abbiamo trovato buone intese con molte aziende, ma altre, spinte da Confindustria, non accettano il rinnovo. Il contratto è anche un riconoscimento doveroso per coloro che durante il lockdown hanno continuato a lavorare garantendo l’approvvigionamento dei generi alimentari».
«Non è accettabile che in una situazione emergenziale così importante come quella che stiamo attraversando si vengano a creare lavoratori di serie A e di serie B – dice Davide Piazzi, segretario regionale Fai Cisl – il contratto è un diritto inalienabile che deve essere applicato a tutti i lavoratori. Le aziende che non hanno aderito al rinnovo rischiano di creare oltre al danno la beffa, in quanto senza l’aumento della quota welfare tutte le prestazioni assistenziali erogate dal Fondo Fasa e dalle casse complementari del contratto sono a forte rischio, e i lavoratori non potranno usufruirne».
Lo scorso 24 settembre, i delegati sindacali liguri hanno approvato il documento sottoscritto a livello nazionale dalle Segreterie di categoria, invitando lavoratrici e lavoratori del settore al blocco dello straordinario e della flessibilità nei confronti di tutte quelle aziende che non hanno aderito al rinnovo del contratto siglato il 31 luglio scorso.
«È inaccettabile che alcune aziende alimentari liguri che si vantano di produrre eccellenze sul nostro territorio non abbiano sottoscritto il rinnovo del contratto solo per tredici euro lordi mensili – dichiara Michele D’Agostino, segretario generale Uila Uil Liguria – in questi quattro anni hanno sviluppato grandi profitti attraverso e soprattutto l’esportazione dei loro prodotti, senza premiare quei lavoratori che, anche nel periodo della pandemia, non hanno fatto mancare i prodotti di prima necessità sulla tavola dei consumatori; per questi motivi, Flai Fai e Uila invitano i lavoratori di queste aziende e i cittadini liguri a far sì che Federalimentare faccia un passo indietro e firmi il rinnovo del contratto senza ascoltare le dichiarazioni del presidente di Confindustria Bonomi che vuol smantellare gli accordi del patto per la fabbrica».