«Il dato mi sembra abbastanza consolidato: è chiaro che c’è una conferma netta dell’amministrazione uscente, del presidente Toti e della coalizione di centro-destra. È un dato incontrovertibile e inequivocabile: evidentemente questi cinque anni di governo del centro-destra hanno prodotto un risultato di consenso, soprattutto in alcune zone della regione: mi sembra ci sia un dato particolarmente significativo a Genova, che sappiamo quanto pesi dal punto di vista elettorale all’interno della Liguria. Quindi innanzitutto congratulazioni a chi si è aggiudicato questa competizione, bisogna prima di tutto rispettare l’avversario».
Così il segretario regionale del Pd, Simone Farello, interpellato da Liguria Business Journal, commenta a caldo i primi risultati – non definitivi – delle elezioni regionali, che registrano per ora una netta prevalenza dell’alleanza di centro-destra a sostegno di Giovanni Toti, presidente uscente, sulla coalizione per Ferruccio Sansa.
Un’eventuale alleanza con la sfera liberale-riformista di Massardo non avrebbe prodotto risultati migliori, secondo il segretario regionale del Pd, che spiega: «I numeri mi sembrano chiari. Quello spezzone liberale-riformista è una rilevanza politica: se ci fosse uno scarto tra Sansa e Toti del 2, del 3 o del 4% allora anche quel dato – sostanzialmente insignificante – di Massardo, avrebbe potuto pesare. Ma qua mi sembra che siamo di fronte a un divario di natura politica molto più ampio, ed è chiaro che se togliessimo al risultato della coalizione che ha sostenuto Sansa anche i voti dei Cinque Stelle torneremmo probabilmente ai voti del centro-sinistra diviso di cinque anni fa. Da questo punto di vista l’operazione di coesione ha portato sicuramente a un risultato di consolidamento della coalizione, questo è indubbio. La coalizione ha dato un suo risultato».
«In una competizione in cui il divario è così vasto conta molto la vittoria, più che la sconfitta, e contano di più i meriti di chi ha vinto, piuttosto che i demeriti di chi ha perso − prosegue − Chi perde in politica deve sempre analizzare perché ha perso e lo faremo. Lo faremo nel modo corretto e nei tempi coretti, senza cercare capri espiatori. Una sconfitta collettiva viene analizzata e la si prova a risolvere in maniera collettiva».
«Da quello che verifichiamo, come del resto accade sempre, il peso dei voti disgiunti è irrilevante, anche dal punto di vista statistico. È invece rilevante che il risultato del presidente uscente sia un risultato significativo. Posso aggiungere che questa forza dei presidenti uscenti che si ripresentano sia un dato diffuso: Toti viene premiato in qualche modo in proporzioni simili a come vengono premiati De Luca ed Emiliano chi ha governato, anche questa fase difficilissima del Paese nel 2020 ha probabilmente trovato un rapporto positivo con la cittadinanza, lo trovo anche normale da certi punti di vista. Credo che questo valga anche per il governo nazionale, anche se non lo abbiamo testato. Ma questa è una prima impressione e approfondiremo anche questa prima valutazione».