Costituita una cabina di regia per le richieste di investimento liguri da presentare nell’ambito del recovery fund. Lo ha annunciato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti al termine di una riunione con i sindaci dei Comuni capoluogo, i presidenti di Provincia e Città Metropolitana, le due Autorità di Sistema Portuale, la segreteria generale di Anci Liguria per coordinare tempi stretti e al momento il lavoro fatto è stato fatto dal governo con enti di spesa ma collegamento labile con enti locali. Il coordinamento spetterà ad Anci e Autorità portuale.
Il Recovery Fund
Dei 750 miliardi euro previsti, 390 miliardi verranno erogati sotto forma di sovvenzioni, che non dovranno essere ripagati dai Paesi destinatari, mentre 360 miliardi di euro verranno distribuiti sotto forma di crediti.
Verrà messa nero su bianco una scala di priorità condivise per le opere da inserire nella lista del recovery fund: dalla Pontremolese alle reti infrastrutturali dei porti, dal raddoppio della ferrovia del Ponente alle varianti Aurelia ancora da finanziare, senza dimenticare il tunnel Armo Cantarana e quello della Fontanabuona.
«Faremo una riunione ristretta questo venerdì – afferma Toti – per essere pronti entro metà settembre al confronto con il governo».
Tra le altre opere che saranno inserite non mancherà il piano da 2 milioni di euro della Città Metropolitana che comprende anche lo skytram della val Bisagno e la rigenerazione urbana del centro storico di Genova.
L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale aveva già inviato al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti tre schede di opere da collegare al meccanismo del recovery fund: la nuova diga foranea (600 milioni), l’elettrificazione delle banchine del porto passeggeri (50 milioni) e un gruppo di altre opere legate all’ultimo miglio stradale di Genova, all’accessibilità nautica (il prolungamento della diga di Vado) e la sostenibilità ambientale (400 milioni di euro).
«Con il recovery fund abbiamo un polmone finanziario molto grosso – dice il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini – oltre 200 miliardi fino al 2026, che consente alle amministrazioni appaltanti di finanziare progetti anche ambiziosi su un orizzonte pluriennale liberando risorse nazionali che possono andare su progetti di immediata spesa. Se non avessimo il recovery fund la coperta sarebbe molto più corta perché non sapresti mai come ripartire risorse tra progetti molto più ambiziosi e quelli più a corto raggio».
«Il ministro degli Affari europei Vincenzo Amendola – spiega Toti – che coordina la presentazione del piano europeo, ci ha assicurato il massimo dialogo che inizierà l’8 settembre con l’audizione delle Regioni alle camere e poi proseguirà con la convocazione del comitato interministeriale degli Affari europei, a cui le Regioni possono partecipare per le materie di loro competenza, come le infrastrutture».