Il comitato pendolari, residenti e operatori economici delle Cinque Terre contesta la convenzione tra Regione Liguria e “istituto ligure per il consumo” perché riguarderebbe il monitoraggio dei passeggeri scesi e saliti dalle stazioni.
Il monitoraggio oggetto di questa convenzione riguarda parametri che non sono contemplati né nel contratto di servizio né nelle carte dei servizi, specifica il comitato.
“A prima vista – scrivono in una nota – sembrerebbe una iniziativa lodevole, ma purtroppo scopriamo che i parametri verificati non sono quelli della puntualità, della pulizia, del comfort di viaggio, eccetera, ma solo inerente al monitoraggio dei passeggeri (saliti e discesi)nelle stazioni a partire da quelle di minore rilevanza di Mulinetti, Genova Granara, Borghetto Santo Spirito, Laigueglia, Mele, Cavi, Quiliano Vado, Ceriale, Genova-Acquasanta, Pontetto”.
Si tratta quindi di cosa ben diversa dal “monitoraggio permanente del rispetto dei parametri fissati nel Contratto di servizio e di quanto stabilito nelle Carte della qualità dei servizi”.
Il comitato fa notare che è l’offerta di servizio a determinare la domanda: in stazioni cosiddette “di minore rilevanza”, dove già adesso c’è un’offerta bassa e/o irregolare quando non addirittura “al lumicino”, un monitoraggio dei passeggeri ha ben poco valore, in quanto proprio a causa dello scarso servizio offerto saranno molti meno i passeggeri a scendere o salire rispetto ad altre stazioni.
“Forse è per questo – si chiedono – che i Comitati dei Pendolari non sono stati informati di questa iniziativa? Perché avrebbero suggerito per l’ennesima volta nuovi orari per le soste, più utili a residenti elavoratori, in conformità a quanto ci si aspetta da un servizio di trasporto pubblico? E che è possibile, da ora, ridurre i tempi di percorrenza a parità di fermate senza togliere servizio al territorio?”
Il comitato dice di far fatica a capire come la richiesta, condivisibile, fatta dal presidente Toti di più carrozze, si possa conciliare con la convenzione fatta con l’Istituto Ligure per il Consumo per questo monitoraggio, che mira evidentemente a tagliare fermate e utenti e quindi non va di certo verso un miglioramento della qualità del servizio.
“Chiediamo che il presidente Toti e l’assessore Berrino spieghino agli elettori per quale motivo l’Istituto Ligure per il Consumo non sia stato invece chiamato a verificare perché alla fine di agosto non sia ancora stato reintrodotto il 100% dei treni operativi nel periodo pre-covid, i motivi dell’allungamento dei tempi di percorrenza avvenuto negli ultimi decenni, e, soprattutto, la congruità dei costi per ente pubblico e utenza nonché la congruità dei ricavi per l’impresa ferroviaria”.