Dati «mai visti prima» quelli dell’economia genovese nel primo semestre 2020, diffusi oggi da Confindustria. «Uno shock così forte, contemporaneamente di domanda e offerta, non si era mai visto – commenta Guido Conforti, vicedirettore dell’associazione degli industriali genovesi e responsabile dell’Ufficio studi – E la ripartenza è ovviamente incerta, perché dipende dall’evolversi della pandemia, tanto in Italia quanto nel mondo».
Seppur molto pesanti, i segni meno registrati a Genova restano più contenuti rispetto a quelli nazionali, che evidenziano in particolare un calo della produzione industriale intorno al 30%.
Rispetto al primo semestre 2019, il fatturato interno dell’industria e servizi genovesi crolla del 13,9%, -6,6% quello estero. In entrambi i casi si tratta di diminuzioni doppie rispetto a quelle registrate con la crisi del 2008, «dalla quale, tra l’altro, l’Italia doveva ancora riprendersi prima che scoppiasse l’emergenza Covid-19», ricorda Conforti.
A pagarne il prezzo maggiore, il settore del turismo, non solo in termini di arrivi e presenze, ma anche per quello che riguarda tutto l’ambito crocieristico. «Pesante anche la situazione del porto e logistica e il manifatturiero, in particolare quello alimentare», sottolinea il vicedirettore di Confindustria.
Tra le aziende della logistica, trasporti e terminal operator la flessione è stata in media tra il 14% e il 18%. Tra gennaio e giugno la movimentazione del porto di Genova è complessivamente diminuita del 18,3% (-17,7% il traffico commerciale, -42,8% quello industriale). Pesante il dato sul traffico teus: -13,8%, così come le navi attraccate e partite (-21%). Giù anche i movimenti passeggeri (-62,9% traghetti, -82,9% crociere), e i traffici aeroportuali (-58,6% i movimenti, -73,7% i passeggeri).
La chiusura forzata delle attività ha inevitabilmente inciso sul manifatturiero, che ha perso il 12% per quello che riguarda l’attività produttiva e il 16,9% per il fatturato italiano (-11,8% quello estero). In calo gli ordini, sia italiani (-9,2%), sia esteri (-6,8%).
Fanno eccezione le imprese informatiche e dell’hi-tech che, grazie all’adozione dello smart working, non solo hanno tenuto in fase di lockdown, ma hanno addirittura incrementato, anche se di poco, il volume d’affari (+0,6%). Qualche modesto segno positivo anche nel settore della finanza e delle assicurazioni (+0,6% nel fatturato del semestre), con aumenti sia nella raccolta diretta (+1,7%), sia in quella indiretta (+1,7%).
Passando al turismo, la limitazione degli spostamenti delle persone, soprattutto nei mesi di picco della pandemia, ha reso impossibile l’arrivo di visitatori italiane e stranieri in Liguria. Tra gennaio e aprile gli arrivi dei connazionali in città metropolitana di Genova sono crollati del 54,6%, quelli degli stranieri del 68%. Le presenze sono diminuite, rispettivamente, del 46% e del 61,6%. «Con i dati di maggio e giugno, i valori saranno complessivamente ancora più negativi – sottolinea Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova – Ci aspettiamo cali intorno al 65-70%». Il fatturato interno del settore turistico nel primo semestre si è più che dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2019, -23% quello estero.
Per quello che riguarda l‘occupazione, il calo è dell’1,4%. 316 le pratiche di cassa integrazione guadagni ordinaria seguite nel primo semestre dell’anno da Confindustria Genova, un aumento superiore del 1000% rispetto allo stesso periodo del 2019, con oltre 18 mila lavoratori coinvolti. «Non credo sia sbagliato prorogare la cassa integrazione, ma penso possa essere ritoccata – commenta Mondini – Credo che bisognerebbe avere meno paura di lasciare alle imprese la possibilità di agire, sempre con responsabilità, in termini di ristrutturazioni aziendali. Il blocco dei licenziamenti mi sembra una misura adottata solo in Italia».
Difficile ora fare previsioni per i prossimi mesi: «La situazione mette a dura prova anche le statistiche, ma in ogni caso credo sia giusto fare delle stime. Parlare di “quando” e “quanto” non è certo semplice: tutto dipende non solo da come evolverà l’emergenza sanitaria, ma anche da come reagirà il sistema economico e quanto tempo impiegherà per riprendersi», spiega Conforti.
Nel secondo semestre 2020 si prevede un’ulteriore diminuzione del fatturato pari al 3,2%, -1,7% il trend ipotizzato per le esportazioni. Se per la fine dell’anno le prospettive di Confindustria Genova sono di un forte calo del Pil, pari al 9,6%, nel 2021 l’ipotesi è quella di un rimbalzo del 5,6%. Notevole, ma non ancora sufficiente a recuperare quanto perso in questi mesi. La ripresa dei consumi è ipotizzata al 5,7%, mentre per le esportazioni si stima una crescita dell’8,4%, simile a quella delle importazioni.
«C’è comunque un difetto nella stima – precisa Mondini – perché si tratta di ipotesi formulate sulla base di un ritorno alla normalità in autunno. In realtà, a oggi, il sentore non è quello: le cose potrebbero rimanere come sono adesso o addirittura peggiorare di nuovo. Questo non possiamo saperlo».