«Ci attendevamo di più invece nel Decreto Rilancio il comparto marittimo è assente, non è considerato, a parte due interventi che riguardano una sola destinazione marittima e uno solo dei tre servizi tecnico nautici». Lo ha detto il direttore generale di Confitarma Luca Sisto, presso la IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati dove ieri si è tenuta l’audizione informale di Confitarma, nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 2500 di conversione del decreto-legge n. 34/2020 che reca misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.
«In questo periodo – ha ricordato Sisto – le navi non si sono mai fermate per assicurare l’approvvigionamento di presidi sanitari, farmaci, beni ed energia. Ciò non significa che le aziende non abbiamo sofferto gli effetti dell’emergenza».
Luca Sisto ha poi ricordato che Confitarma ha richiesto al Governo dieci prime misure urgenti. Di queste, le misure per la liquidità risultano parzialmente confluite nelle norme per tutte le imprese insieme al Fondo Solimare, mentre, né la richiesta per l’abolizione dell’addizionale dello 0,5% sulla Naspi né l’abbattimento dei costi portuali sono state riconosciuti. «Ci siamo quindi rivolti al nostro Ministro di riferimento per ottenere almeno due interventi prioritari in questo momento».
Il primo di questi riguarda il più importante operatore turistico italiano, Costa Crociere, che opera, unico nel settore crocieristico, con bandiera italiana su 29 unità. «Queste navi – ha precisato il direttore generale di Confitarma – sono ferme da mesi, ma sono armate con 300-400 persone per le quali l’azienda deve sostenere i costi senza fatturato. Ebbene: per una restrittiva lettura della legge n.30 del 1998 noi cosa facciamo? Non consentiamo a questa azienda italiana di svolgere per due mesi traffici crocieristici economicamente sostenibili con i competitor tra porti nazionali, da non confondere con altri tipi di traffico. Ribadisco che questo intervento è a costo zero perché tali navi sono già iscritte nel Registro internazionale».
Il secondo intervento chiesto da Confitarma, riguarda il sostegno alle aziende con unità iscritte nel primo registro «Abbiamo richiesto un fondo di almeno 30 milioni per ristorare parzialmente il fatturato di tutte le aziende con unità iscritte nel Primo registro, e non solo per quelle del cabotaggio minore, come ad esempio quelle che operano nel bunkeraggio marittimo, senza le quali le altre navi non possono rifornirsi nei nostri porti, che hanno evidentemente sofferto la riduzione dei traffici».
«Alla fine di questa emergenza – ha concluso Sisto – si dovrà seriamente parlare di una governance strutturata e dedicata a questa importante industria del Paese, forse meno visibile di altre ma certamente necessaria e indispensabile come abbiamo ampiamente dimostrato in questa emergenza».