L’emergenza coronavirus ha drasticamente ridotto gli spostamenti di pendolari e turisti con un conseguente calo dell’afflusso passeggeri su autobus e treni. Tra le conseguenze del minor introito da vendita di biglietti e abbonamenti è la diminuzione della liquidità delle aziende di trasporto che presto, secondo i sindacati, potrebbero avere seri problemi a pagare gli stipendi ai dipendenti.
“In queste settimane stiamo cercando di attivare tutti gli strumenti previsti dalla normativa per salvare il reddito dei lavoratori – si legge in una nota dei segretari generali di Filt Cgil Fit Cisl Uiltrasporti Laura Andrei, Mauro Scognamillo, Roberto Gulli – il rischio è che oggi le risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali non siano sufficienti rispetto alle domande, e che i lavoratori rimangano scoperti”.
La situazione per i tre segretari è grave anche negli appalti: “il settore ferroviario, per esempio, ha azzerato servizi come le pulizie su intercity e frecce e pertanto è necessario pensare a misure che mitighino la perdita di salario ai lavoratori impegnati in questi servizi. A pagare maggiormente sono sempre loro, l’anello debole della catena, e bisogna sapere che molte aziende rifiutano di anticipare la cassa integrazione mettendo in seria difficoltà tante famiglie”.
Altrettanto complicata, nonostante la Regione abbia deciso di anticipare alle aziende le risorse di propria competenza, la situazione nel trasporto pubblico locale dove il crollo dei passeggeri sui bus sta determinando pesanti condizioni di incertezza sul pagamento dei prossimi stipendi. Contestualmente, l’emendamento al “cura Italia” approvato in Senato per sostenere i contratti di servizio di trasporto pubblico, “purtroppo non individua soluzioni per i servizi intercity a medio e lunga percorrenza, che in Liguria impiegano centinaia di lavoratori”.
Alla Regione Liguria, alle aziende e al governo i sindacati chiedono le risorse per garantire il reddito dei lavoratori e quelle utili alla ripresa poiché “è già oggi evidente che l’imposizione di maggiori distanziamenti sui mezzi di trasporto comporterà la messa in campo di nuovi elementi organizzativi che non possono che determinare ulteriori costi”.
Alla Regione i sindacati avanzano anche un’altra richiesta, quella dell’attivazione di misure per salvaguardare la salute del personale operante negli appalti dei servizi di sanificazione e pulizia all’interno delle strutture ospedaliere e delle Asl della Liguria.
Secondo la Filcams Cgil Liguria, gli addetti dipendenti delle diverse ditte che sanificano quotidianamente le strutture delle Asl e i reparti ospedalieri, operano fianco a fianco al personale sanitario che, se necessario, viene sottoposto a tampone secondo i protocolli di prevenzione. Da tali protocolli sono invece escluse le maestranze degli appalti.
La Filcams Cgil evidenzia come “questa differenza di trattamento sia discriminante e pericolosa in quanto queste persone continuano a operare quotidianamente senza essere sottoposte ad alcuno screening preventivo, essendo potenzialmente veicolo inconsapevole di infezione, aggiungendo anche che gran parte di loro si sposta con mezzi pubblici”.
“Ulteriore elemento di rischio, e quindi di discrimine, è il fatto che nella maggior parte degli appalti il personale deve provvedere al lavaggio del vestiario in maniera autonoma, portando quindi l’abbigliamento da lavoro potenzialmente infetto fuori dalle strutture sanitarie, sui mezzi pubblici fino al proprio nucleo familiare che, chiuso in casa per proteggersi dai rischi di infezione, non è protetto da alcuna procedura preventiva regionale”.
Per questo la Filcams Cgil ha chiesto alla Regione di attivarsi immediatamente affinché questi lavoratori siano sottoposti alle stesse misure di prevenzione messe in atto per il personale sanitario, provvedendo con ogni misura possibile a salvaguardare la loro salute e quella delle loro famiglie.