Bar, ristoranti, mense e negozi chiusi. Sono sospese anche le attività che offrono servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti). Garantiti approvvigionamento alimentare, farmacie, servizi essenziali (banche, poste, assicurazioni) e trasporti.
Negli alimentari sono compresi sia gli esercizi commerciali di vicinato, sia la media e la grande distribuzione, anche nei centri commerciali purché sia consentito l’accesso solo a queste attività. Stabilimenti aperti ma con misure di sicurezza. Sono le “rinunce”, annunciate ieri sera dal premier Giuseppe Conte.
Il nuovo provvedimento del presidente del Consiglio raccoglie le richieste di misure più dure avanzate dalla Lombardia e dal Veneto.
Non sono più previste zone rosse. Le limitazioni che erano previste nel precedente dpcm dell’1 marzo (con l’istituzione di specifiche zone rosse) sono cessate. Ormai le regole sono uguali per tutti.
Si deve evitare di uscire di casa. Si può uscire per andare al lavoro o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni essenziali. Si deve comunque essere in grado di provarlo, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze dell’ordine.
L’attività motoria all’aperto è consentita purché non in gruppo.
Le aziende possono restare aperte ma con alcune riserve: vanno incentivati il più possibile il lavoro agile, le ferie e i permessi, chiudono i servizi di mensa che non garantiscono la distanza di un metro di sicurezza e i reparti aziendali non indispensabili per la produzione. In generale le imprese potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che assumano misure di sicurezza adeguate a evitare il contagio. Dovranno limitare al massimo gli spostamenti interni e contingentare gli spazi comuni.
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I numeri confermano che la situazione è seria: a oggi sono 10.590 i malati, più della metà in Lombardia che ha anche il più alto numero di ricoverati in terapia intensiva, 560 su un totale di 1.028. E i morti sono arrivati a 827 (di cui 617 in Lombardia), altri 196 in 24 ore. I guariti sono meno del 10% del totale dei contagiati: 1.045 su 12.462.
Il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza dichiara: «I prossimi 14 giorni saranno cruciali per capire l’andamento dei casi di contagio. Gli effetti delle misure restrittive non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo».
Per la distribuzione degli strumenti sanitari Conte nominerà un commissario delegato, Domenico Arcuri, ad di Invitalia: «Avrà ampi poteri di deroga, lavorerà per rafforzare soprattutto la produzione, la distribuzione di attrezzature per terapia intensiva e subintensiva. Avrà anche il potere di creare e impiantare nuovi stabilimenti per la produzione di queste attrezzature e sopperire alle carenze sin qui riscontrate».