Prosegue il confronto all’interno della giunta regionale ligure tra due linee di fronte all’emergenza Coronavirus. La Lega si ispira alla lettera inviata oggi dalla Regione Lombardia al premier Conte in cui si chiede di «procedere a un inasprimento delle iniziative di contenimento già in essere avendo constatato la riduzione dei contagi nell’area del primo focolaio della Provincia di Lodi soggetta a misure restrittive dal 23 febbraio».
Tra l’altro la lettera della Lombardia propone al governo: chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità e alle edicole;
● chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi i mercati sia su strada che al coperto e le medie e grandi strutture di vendita;
● chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere;
● chiusura delle attività artigianali di servizio (es. parrucchieri, estetisti, ecc..) ad eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza;
● chiusura di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (es. ostelli, agriturismi, ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di servizio pubblico;
● sospensione di tutti i servizi mensa sia nelle strutture pubbliche che private;
● chiusura di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti».
Toti oggi in diretta Facebook, dopo avere descritto le misure adottate ha dichiarato: «c’è chi chiede ulteriorrmente regole ristrette, come la chiusura dei negozi e dei centri commerciali. Se sarà indispensabile siamo pronti a farlo». Però, ha aggiunto, «Bisogna pensare che questo paese deve andare avanti, che la gente deve mangiare, che le industrie hanno delle necessità. Se fermiamo tutto il paese, ripartire non sarà facile. Bisogna riflettere molto sul fatto che occorre prendere tutte le misure che servono per contenere il virus, uccidendo il virus senza uccidere noi stessi».
Il governatore ha sottolineato la necessità di mantenere «lucidità e razionalità, equilibrio, attenzione, nervi saldi. Non bisogna farsi prendere dall’ emotività né dal panico – ha spiegato – l’unica cosa di cui dobbiamo davvero avere paura è la nostra stessa paura che ci induce fare scelte sbagliate».
Più tardi, facendo il punto sulla giornata in conferenza stampa, Toti ha spiegato che le Regioni non devono emanare «ordinanze fantasiose» ma prendere provvedimenti «solo nel quadro nazionale vidimato dagli esperti». «Se le evidenze scentifiche – ha aggiunto – indurranno il governo a misure più restrittive la Liguria si adeguerà snza indugio».