L’economia genovese resiste e cresce sia pure in misura moderata, nonostante l’Italia sia sulla soglia della crescita zero e le turbolenze in atto nell’economia globale. È quanto risulta dall’analisi sull’economia genovese nel 2° semestre 2019 di Confindustria Genova, presentata questa mattina dal presidente Giovanni Mondini e dal vicedirettore e responsabile del Centro Studi Guido Conforti.
Condotta a livello tendenziale, l’analisi mette a confronto il secondo semestre 2019 con il secondo del 2018, interessato dagli effeti successivi al crollo del Ponte Morandi e incorpora quindi un fisiologico rimbalzo dell’attività economica in molto settori produttivi.
Con queste premesse, nel secondo semestre 2019 le aziende genovesi hanno continuato una moderata crescita. A fianco dell’incremento delle esportazioni la domanda interna ha dato un contributo importante per chiudere l’anno con segno positivo.
Con riferimento al mercato interno, nel semestre la performance delle aziende genovesi, sia con riferimento al fatturato, che agli ordini, si è rivelata positiva, al contrario di quanto avvenuto nella prima parte dell’anno. A dare maggior spinta a questa dinamica di crescita è stato il comparto manifatturiero, in special modo la cantieristica navale e, secondariamente, le aziende del comparto automazione, elettronica e telecomunicazioni. Anche il settore dell’informatica ha contribuito in maniera determinate a tali risultati.
Con riferimento ai traffici portuali va sottolineato come, nel periodo luglio – ottobre, le merci movimentate dal Porto di Genova siano aumentate dello 0,5%, nonostante il calo dei traffici siderurgici. In forte crescita invece anche i movimento passeggeri, sia dei traghetti che crocieristico (+10,3%).
Il fatturato proveniente da clientela straniera fa registrare la variazione positiva su base semestrale maggiore dal 2006 e, in termini più generali, il dato è in controtendenza rispetto la performance dell’export genovese nei mesi luglio – settembre. Un esempio della debolezza degli scambi con l’estero è l’andamento degli ordini esteri, in flessione di 2,3 punti percentuali. In particolare, l’esaurirsi dell’effetto del deprezzamento dell’euro e la diffusione del rallentamento degli scambi ai principali paesi di sbocco delle merci italiane, specie la Germania, potrebbero comportare una frenata dell’export. L’incertezza è dettata anche dalle tensioni commerciali Usa-Cina e da quelle geo-politiche che stanno investendo Iran e Paesi dell’area medio-orientale.
Per quanto riguarda il 2020, secondo l’analisi di Confindustria Genova l’economia italiana rimarrà sulla soglia della crescita zero, rischiando di cadere in recessione in caso di eventuali nuovi shok, sempre possibili soprattutto sul fronte estero. A questo si possono aggiungere gli effetti dei minori scambi commerciali con la Cina, in seguito all’epidemia del Coronavirus. Nel primo trimestre dell’anno i traffici e le attività economiche in generale risentiranno delle misure prese per contenere l’epidemia, sebbene ci si aspetti una veloce ripresa una volta terminata l’emergenza.
In questo contesto, le aziende genovesi esprimono attese moderatamente positive circa la prima parte del 2020. Fatturato e ordini sono previsti in crescita, ma le esportazioni saranno stagnati, per via dell’incerto quadro internazionale. Con riferimento all’occupazione, le indicazioni per il prossimo semestre vanno nella direzione di un modesto aumento; ciò è coerente con un incremento degli organici a cui si sta già assistendo a livello nazionale, tuttavia è bene sottolineare come tali ampliamenti siano esposti alla fragilità dell’andamento economico, sia italiano che locale.