Un risparmio di 60 milioni l’anno per le casse pubbliche con un effetto leva sulla crescita: questo il risultato del pacchetto di proposte di modifica al decreto milleproroghe sul trasporto ferroviario cargo presentate dalla maggioranza, tra cui anche il deputato ligure Franco Vazio (Pd).
«Per alcuni porti come quello di Genova, che paga treni più corti rispetto al corridoio Reno Alpi, le misure possono portare a un ulteriore switch modale con un risparmio per lo Stato di almeno 10 milioni l’anno – spiega Guido Gazzola, past president di Assoferr, l’Associazione Operatori Ferroviari e Intermodali, e membro della commissione Trasporto ferroviario di Confetra – solo le misure aggiuntive a compensazione del gap infrastrutturale previste negli emendamenti di maggioranza possono generare risparmi stabili per lo Stato per almeno 50 milioni l’anno in termini di costi esterni dei trasporti convenzionali, cioè merci caricate direttamente sui carri ferroviari».
Le norme proposte dalla maggioranza sul trasporto merci ferroviario vanno, secondo Gazzola, nella giusta direzione e potrebbero, se approvate, dare un nuovo impulso a un’attività che, legata all’export, potrebbe dare un buon impulso alla ripresa economica, come sottolineato anche ieri durante l’assemblea di Confindustria Genova.
«Le misure per il traffico diffuso, piazzole di sosta per merci pericolose, formazione del personale, e non ultimi, rifinanziamento del ferrobonus e sconto pedaggio sono una buona notizia per il nostro settore», afferma Gazzola.
Se queste proposte venissero approvate, secondo Assoferr, a livello nazionale l’impatto positivo sarebbe: almeno 7 milioni di tonnellate l’anno di prodotto in più trasferibile su ferro, minimo 10 milioni/km di merci spostati da strada a ferro e 120mila carri/anno movimentati in più sulla ferrovia. Tutte misure che consentirebbero appunto di azzerare progressivamente la contribuzione dello Stato.