Carige tornerà in Borsa ma quando? Probabilmente non prima di maggio. Vediamo perché, ragionando sui dati certi a nostra disposizione e sulle possibili tappe del processo.
Dopo l’assemblea dei soci del 22 dicembre 2018 che, con l’astensione determinante del socio di maggoranza Malcalza Investimenti, aveva bocciato il piano di salvataggio presentato dal presidente Pietro Modiano e dall’ad Fabio Innocenzi, il 2 gennaio 2019 la Bce aveva commissariato la banca ligure, affidandone la guida a una terna di commissari, gli stessi Modiano e Innocenzi e Raffaele Lener.
Con il commissariamento della società il titolo era stato sospeso in Borsa a tempo inderminato poiché, aveva spiegato Consob, «i ridotti obblighi informativi al pubblico conseguenti al regime di Amministrazione Straordinaria non garantiscono la trasparenza, l’ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori». II titoli sarebbero rimasti congelati «fino alla vigenza dell’amministrazione straordinaria o al ripristino di un completo quadro informativo».
L’amministrazione straordinaria terminerà il prossimo 31 gennaio, quando l’assemblea dei soci nominerà il nuovo cda. Il Fitd, che dopo l’aumento di capitale è il socio di riferimento della banca con l’80%, ha presentato la lista per il nuovo cda, di cui indicherà otto membri su nove. Al vertice di Carige siederà l’ex vicepresidente di Unicredit, Vincenzo Calandra Buonaura, indicato per la presidenza, mentre il ruolo di ad, spetterà a un ex manager di Intesa Sanpaolo, Francesco Guido, che ha diretto per il gruppo la Cassa di Risparmio di Venezia e le attività nel Mezzogiorno. Anche Ccb, che detiene una partecipazione dell’8,3% con diritto di opzione del 79,992%, ha presentato la sua. E parte degli azionisti storici ha investito nell’aumento 22,8 milioni, sufficienti a superare il 10% di flottante necessario perché il titolo sia riammesso.
Verosimilmente l’1 febbraio, o poco dopo, Banca Carige avrà pienamente in funzione i suoi organi amministrativi e di controllo. Per tornare in Borsa, però, dovrà tornare allo standard informativo previsto per le società quotate. Sarà necessario avere presentato almeno il bilancio del primo trimestre 2020. Che, si presume, non sarà pronto prima di maggio. Ecco, quindi, una prima tappa, sia pure ipotetica.
Non è tutto. Le difficoltà incontrate dall’estate del 2013 in poi, con bilanci in rosso, ispezione della Banca d’Italia, ripetuti aumenti di capitale, una mole ingente di crediti deteriorati, scontri tra maggiore azionista e vertice del managament, hanno fatto precipitare il prezzo delle azioni. La capitalizzazione della banca ligure è sotto i 100 milioni di euro. Ora la banca, che pure chiuderà in perdita il 2019, si presenta rafforzata dall’aumento di capitale e dai 200 milioni di bond subordinati sottoscritti da diversi investitori. Può vantare un piano industriale in esecuzione e, grazie alla conclusione delle operazioni di pulizia dei conti con la cessione di un pacchetto di npl ad Amco (2,8 miliardi), un rapporto tra crediti deteriorati e totale crediti da record, sul 2%. Però il valore molto basso della singola azione espone il titolo a forti oscillazioni. Si può ovviare con un accorpamento, che i commissari avevano già proposto all’assemblea del 22 dicembre. Allora i soci avevano bocciato la misura insieme con quella sull’aumento di capitale, domani il nuovo vertice di Carige potrebbe trovarla necessaria e riproporla. Non all’assembleaa del 31 gennaio prossimo, però, che all’ordine del giorno ha soltanto il rinnovo degli organi societari. Sarà necessario convocare una nuova assemblea ad hoc, con un preavviso di un mese. Ci sarebbe tutto il tempo di decidere per il raggruppamento e convocare una nuova assemblea entro maggio. A questo punto, con le azioni accorpate e la presentazione del primo bilancio, il ritorno a Piazza Affari non dovrebbe incontrare ostacoli.