Il progetto di una Genova hub di una nuova dorsale di cavi sottomarini per le telecomunicazioni, è stato uno degli otto presentati durante gli Stati generali dell’economia di Genova a Palazzo Ducale. Progetti per la “Genova agenda“, il metodo che il Comune di Genova sta adottando per attuare visione e strategia per dare un futuro all’economia della città.
«Abbiamo promesso di fare gli Stati Generali ogni sei mesi e stiamo mantenendo questa linea – dice il sindaco Marco Bucci – confermiamo che visione e strategia vanno bene, adesso vogliamo andare sui progetti. Questo modo di lavorare è quello giusto. Abbiamo condiviso tutto con le organizzazioni di categoria, con i sindacati, con Confindustria e abbiamo ricevuto feedback positivi.
Gli otto progetti sono legati ai tre macro settori su cui il Comune di Genova sta puntando: porto, turismo, alta tecnologia. «Ora arriva il piano – spiega Bucci – fa parte del meccanismo: visione, strategia, checking, si lavora così, ma spero che non ci si limiti a otto, ne avremo altri».
Proprio in ambito tecnologico, il direttore scientidico dell’Iit Giorgio Metta ha raccontato i piani per la Robot valley (di cui Bj Liguria aveva già parlato qui), mentre Roberto Cingolani, ha ribadito i progetti presentati durante la mattinata all’innovation award di Leonardo: la realizzazione nel grattacielo verde della Fiumara di uno dei calcolatori più potenti al mondo.
L’intenzione di Tim Sparkle (azienda del gruppo Telecom Italia), di rendere Genova un hub di arrivo per i cavi sottomarini per le telecomunicazioni, potrebbe portare enormi sviluppi per la città, come spiega l’a.d. Mario Di Mauro: «Il 90% traffico dati mondiale scorre dentro a cavi sottomarini. Il traffico cresce del 50% all’anno. Oggi il traffico in Europa viaggia da Palermo a Marsiglia o per via terrestre, con problemi di guastabilità. Genova sarebbe hub del progetto Blue Med, un nuovo corridoio nel Tirreno, interconnettendo Roma, la Sardegna, la Corsica, fino a Milano».
La creazione di un hub porterebbe parecchie aziende a convogliare data center in città, sviluppare applicazioni e centri di competenza. «Marsiglia attirò 300 milioni di investimenti e oltre 100 società», sottolinea Di Mauro.
Non solo tecnologia, anche la blue economy ha raccontato i progetti per la città e Genova si propone anche come Hub per i megayacht, come racconta Alberto Amico (cantieri Amico & Co): «Siamo già un centro dedicato alla nautica, con un giro d’affari di 139 milioni all’anno e una superficie occupata di 500 mila mq, 290 mila presenze stagionali, un indotto calcolato di 300 milioni all’anno con un moltiplicatore di 1 a 3».
Spediporto ricorda quanto sia importante la realizzazione di una Zona logistica semplificata: «A Genova non c’è nessuna piattaforma logistica moderna, come invece accade negli altri porti – afferma Alessandro Pitto, presidente di Spediporto – la competitività di un porto si basa sulla dotazione infrastrutturale, sulla connettività e sui servizi alla merce».
All’evento presenti anche i sindacati: «Negli Stati Generali dell’economia 2019 – dice Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro di Genova – si è parlato di lavoro e dei progetti per Genova. Cgil, Cisl e Uil hanno iniziato con l’Amministrazione comunale un percorso che ha per base un documento che traccia la Genova del futuro. Ben prima del crollo del ponte Morandi la nostra era una città carente di infrastrutture e, alla luce del dissesto idrogeologico di questi giorni, rischia di essere completamente isolata. Il porto e tutta l’economia, a partire da commercio e turismo, per non parlare di Ilva o del ribaltamento a mare per Fincantieri, sono le reali priorità da affrontare. Per fare le cose ben fatte dobbiamo andare oltre e pensare alla Genova del futuro che sia in grado di far restare i propri giovani e di attrarne dei nuovi. Per questo chiediamo da tempo di avviare il percorso che porti Genova a diventare un modello di smart city collegata al resto del mondo non solo con le infrastrutture ma con le tecnologie più innovative implementando e valorizzando le reti di servizi pubblici materiali e digitali e pensando come si svilupperà nel suo insieme la città, nel breve, medio e lungo termine».