Venerdì 15 novembre i lavoratori edili di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil saranno nuovamente in sciopero (il concentramento dalle 9 in piazza de Ferrari per poi proseguire verso la prefettura) per chiedere al governo di mettere in campo tutte le misure idonee al rilancio del comparto. Tra i motivi dello sciopero la mancata partenza di opere come il nodo ferroviario, la Gronda e il Terzo Valico che secondo i sindacati avrebbero portato lavoro dentro e fuori dalla Liguria.
In questi 11 anni di crisi sono centinaia di migliaia le aziende del settore che hanno chiuso i battenti, determinando una perdita di oltre 800 mila posti di lavoro. Secondo i dati Istat, solo in Liguria, dal secondo trimestre 2018 al secondo trimestre 2019 il settore delle costruzioni ha perso 10 mila posti di lavoro passando da 44 mila addetti a 34 mila.
«Se nella nostra regione partissero le grandi opere a partire dalla Gronda non solo si potrebbero recuperare tutti i posti di lavoro persi ma la Liguria dovrebbe chiedere manodopera alle altre regioni – dichiara Federico Pezzoli, segretario generale Fillea Cgil Genova e Liguria – le medie e grandi opere ferme al palo bloccano interi settori dell’economia perché l’apertura di un cantiere porta con sé un indotto che coinvolge anche tutti gli altri comparti».
«È il momento delle scelte – specifica Andrea Tafaria, segretario generale Filca Cisl Liguria – i dati dimostrano come la nostra regione sia tra le maglie nere a livello nazionale: bisogna invertire la rotta ma serve lo sblocco di quei cantieri che oggi sono fermi. Il caso del nodo ferroviario è clamoroso, manca solo una firma per la nomina del commissario: è da un mese che il governo promette ma a oggi siamo ancora al punto di partenza».
Le richieste degli edili di Cgil Cisl Uil sono quelle già presentate in occasione dello sciopero del 15 marzo scorso e in particolare si chiede una vera politica industriale nei settori dell’edilizia e dei materiali, il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità, con il rafforzamento del Durc (Documento unico di regolarità contributiva), la diffusione della congruità, l’attuazione della Patente a punti, un inasprimento delle pene, una reale riforma del Codice degli appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
«Scendiamo in piazza perché il tempo è scaduto – precisa Tafaria – bisogna completare le opere infrastrutturali per fa uscire la Liguria dall’isolamento e dare nuovo slancio al porto e all’economia e proseguire le opere contro il dissesto idrogeologico per mettere in sicurezza i cittadini».