«Abbiamo mantenuto tutte le promesse fatte il 26 novembre scorso, in primo luogo quella di non chiudere alcun ufficio postale. E guardate che non era così ovvio, ricordo che due anni fa mi sono trovato una lista di 1.200-1.400 Comuni in cui si sarebbe dovuto chiudere l’ufficio postale. A partire da maggio 2017 ci siamo messi a fare analisi, riunioni, poi con il piano del febbraio 2018 abbiamo deciso di non chiuderne alcuno». Così Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane, ha ricordato le promesse fatte dalla società agli amministratori e al Paese per evitare la scomparsa dei borghi erosi dal graduale spopolamento.
Ne ha parlato oggi al centro congressi la Nuvola, all’Eur (Roma), dove si è svolta la seconda edizione di Sindaci d’Italia, di fronte ad Antonio Decaro, presidente dell’Anci, a circa 4 mila sindaci di Comuni sotto i 5 mila abitanti e a sette rappresentanti del governo: Giuseppe Conte, presidente del consiglio dei ministri, Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e delle Finanze, Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Paola Pisano, ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e la coesione sociale, Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo.
Piccoli paesi, in genere rurali e montani, dove mancano le scuole, le banche, i servizi, le tecnologie, e dove l’ufficio postale è rimasto l’unico presidio che permette una vita sociale. E il postino rappresenta una figura di riferimento, insieme al maresciallo dei carabinieri, il prete, il medico.
Nessun ufficio postale è stato chiuso, ha detto Del Fante, come era stato promesso alla prima edizione di Sindaci d’Italia. Anche le altre promesse sono state mantenute. Nella sede centrale di Poste Italiane, all’interno della funzione Corporate Affairs, è stato istituito un ufficio dedicato al supporto dei piccoli Comuni, con un numero verde a cui gli amministratori possono fare ricorso per chiedere informazioni e promuovere iniziative. Grazie a un accordo con le tabaccherie, i cittadini dei paesi interessati, spesso anziani, possono pagare i bollettini, ricaricare le Poste Pay e la scheda sim del proprio cellulare, inviare raccomandate. Sono stati installati 614 nuovi Atm, eliminate 574 barriere architettoniche in 549 Comuni, collegati 5.688 spot wi-fi in 5.051 Comuni, installati 3.793 impianti di sorveglianza e 3.751 nuove cassette postali. E ancora, rafforzati 219 uffici postali, attivati 119 servizi di tesoreria, donati 13 immobili ai Comuni per attività di interesse collettivo, realizzati 15 murales per migliorare il decoro urbano degli uffici postali periferici. Attività che continueranno, ha assicurato l’ad di Poste, illustrando il nuovo piano per i piccoli Comuni.
Un piano che comprende, tra l’altro, l’avvio di programmi di educazione finanziaria e digitale, Pos gratuito ai Comuni, uso di mezzi green per il recapito della posta, installazione di locker nei Comuni privi di ufficio postale, cassette postali smart a tecnologia digitale, servizi di informazione ai cittadini, nuovi eventi filatelici.
Poste italiane ha inoltre siglato una partnership con Cassa depositi e prestiti per l’erogazione del servizio di tesoreria ai piccoli Comuni. Cdp assicurerà la gestione delle anticipazioni di cassa nelle situazioni di temporanea liquidità, mentre Poste garantirà la gestione delle attività di incasso e pagamento e le verifiche di bilancio.
Un impegno notevole, che il governo ha riconosciuto innanzitutto con la presenza di suoi sette rappresentanti. E Conte ha sottolineato che «il raddoppio in Borsa del titolo di Poste offre il segno di come le performance economiche marciano – contrariamente a quanto spesso si pensi – di pari passo con le prassi socialmente responsabili». Gualtieri ha poi assicurato il contributo del governo per destinare alle indennità dei sindaci dei piccoli Comuni parte delle risorse ricavate con i tagli alle spese della politica.
I numeri in Liguria
La Liguria è stata coinvolta, come le altre regioni italiane, in questo processo. Sul territorio regionale i nuovi Atm attivati sono 18, otto sono i piccoli Comuni con nuova attivazione del servizio portalettere a domicilio, 201 gli uffici postali con wifi gratuito, 108 quelli con nuovo videokit di videosorveglianza, nove le barriere architettoniche abbattute, nove gli uffici postali rafforzati in località turistiche.
Un centinaio gli amministratori liguri che hanno partecipato all’evento di questa mattina a Roma. Marco Rovere, consigliere delegato per gli Affari istituzionali e la cultura del Comune di Ranzo, nell’entroterra tra Imperia e Albenga, 560 abitanti, con un’economia basata essenzialmente sulla produzione di olio e di vino Pigato, è soddisfatto per la permanenza dell’ufficio postale: «È importante in realtà montane e rurali come le nostre, si tratta di un presidio che, stabilendo una rete di relazioni, tiene vivo il tessuto della comunità. Certo, è importante per le attività economiche, ma prima ancora per la sua valenza sociale».
Valeria Rolando, vicesindaco di Vessalico, minuscolo Comune dell’Alta Valle Arroscia, nell’entroterra di Albenga, famoso per il suo aglio ma quasi senza altre risorse, è dello stesso parere: «Non hanno chiuso l’ufficio postale, sono rimasti come avevano promesso e hanno anche costruito la rampa d’accesso per disabili. In un paese di 280 abitanti questo conta molto dal punto di vista pratico ma rappresenta anche un segnale di fiducia per i giovani e gli anziani».
Laigueglia è una famosa località turistica della riviera savonese, ma quando l’estate finisce torna a essere un paesino di circa 4 mila abitanti. Aveva temuto di perdere il suo presidio postale: «Poste non ha chiuso – dice il sindaco Roberto Sasso Del Verme – e questo è importante. Già questo ci rende soddisfatti».
Alessandro Navone, vicesindaco di Garlenda, nel savonese, in val Lerrone, ricorda infine che «avevamo chiesto un Postamat e ce lo hanno installato dopo solo un mese e mezzo».