Lo Scolmatore del Bisagno può ufficialmente partire: la Regione ha avviato la gara europea per l’affidamento dei lavori per 204 milioni di euro. I cantieri si apriranno entro il 2020, l’opera dovrà concludersi entro il 2023.
Si tratta sicuramente dell’intervento di maggior rilevanza, sia in termini economici sia in termini di risultati attesi, per la messa in sicurezza idraulica di Genova: lo Scolmatore rappresenta l’ultimo tassello del pacchetto di interventi strutturali previsti per raggiungere un adeguato livello di mitigazione del rischio idraulico nelle aree limitrofe al torrente, nel corso degli anni duramente colpite da diversi eventi alluvionali che hanno causato la perdita di numerose vite umane, oltre che centinaia di milioni di euro di danni.
La progettazione esecutiva dell’opera è stata affidata nell’agosto 2017 al raggruppamento temporaneo di impresa capitanato da Rocksoil. Il progetto è stato valutato positivamente dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici e ha ottenuto parere favorevole nel procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale.
Il presidente della regione Giovanni Toti ha dichiarato: «Assieme ai lavori di copertura dello stesso Bisagno e allo Scolmatore del Fereggiano, che procedono spediti, si garantisce che, in caso di piogge eccezionali, gran parte dell’acqua verrà scaricata direttamente in mare attraverso la nuova galleria, e la restante potrà defluire nell’alveo che è in corso di adeguamento. Questo cantiere mette definitivamente in sicurezza la Valbisagno. L’ultima pietra sarà messa in zona stazione Brignole».
Lo galleria scolmatrice permetterà di smaltire direttamente in mare 450 metri cubi al secondo d’acqua, mentre la nuova copertura del Bisagno assicurerà il deflusso di altri 850 metri cubi d’acqua al secondo, per un totale di 1300 totali, una quantità d’acqua che, secondo i modelli statistici, può cadere su Genova una volta ogni 200 anni: si parla di eventi con una bassissima probabilità di verificarsi.
«Quest’opera – ha spiegato l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Gianpedrone – rappresenta una degli interventi più importanti di difesa del suolo a livello europeo. Il progetto prevede una galleria di 9,8 metri di diametro lunga 6 chilometri e mezzo, che verrà raccordata allo sbocco con lo scolmatore del Fereggiano in fase di ultimazione. Oltre a questo verranno realizzate una briglia di trattenuta dei corpi galleggianti e una nuova passerella pedonale, entrambe a monte della galleria, oltre a un sistema di sbarramento regolabile nell’alveo del torrente e a una imboccatura laterale per l’alimentazione dello scolmatore. Sarà un cantiere tecnologico tutto in galleria affinché l’impatto sulla città il meno possibile grave. L’obiettivo è concludere i lavori nell’estate 2023».
Il sindaco di Genova Marco Bucci ha puntualizzato: «L’opera che darà più sicurezza idreologica anche se dobbiamo fare altre rifiniture di valore non superiore alle 300 mila euro. La città è più sicura con questi nuovi bypass idrici del Ferreggiano e a breve del Bisagno. Siamo l’unica città in Europa che ha fatto questo tipo di intervento anche se i costi sono stati elevati rispetto a un paypass esterno che per motivi di conformazione del territorio non si poteva realizzare. Possiamo garantire che eventi come le ultime alluvioni con questi progetti saranno evitati».
«Come sempre – ha spiegato Domenico Arcuri, ad di Invitalia – puntiamo ad accelerare il più possibile i tempi per l’esecuzione dell’intervento. Oggi sono 49 anni dal’alluvione del 1970. Noi insieme alla Regione ci abbiamo impiegato due anni per la nostra parte. È la dimostrazione che in Italia si può fare anche con tutta la burocrazia. Verranno privilegiate le offerte che si avvarranno di materiale del sistema locale a km 0”. La sostenibilità sarà uno dei principali criteri per la valutazione delle offerte».
Arcuri ha poi annunciato che si sta progettando la nuova diga foranea.