«Abbiamo tenuto fede a una promessa fatta meno di dodici mesi fa: lavorare bene, lavorare in fretta». Lo ha detto questa mattina Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, nel corso della cerimonia di posa del primo impalcato del nuovo viadotto sul Polcevera.
«L’abbiamo fatto come atto di riconoscenza per una città che consideriamo casa, siamo un’azienda genovese, e abbiamo questa terra nel nostro dna − spiega Bono − Ma a questo ponte sta lavorando tutta l’Italia, con l’acciaio che arriva dai nostri stabilimenti dal Veneto alla Campania, con oltre mille persone tra tecnici, ingegneri e maestranze provenienti da tutto il paese, un’unica grande squadra che da Nord a Sud condivide i successi e supera insieme le sfide. L’obiettivo è restituire alla città e al Paese un’infrastruttura nevralgica in tempi record. Ci piace immaginare che questa prima campata tracci simbolicamente la traiettoria da seguire, andare avanti mostrando che anche in Italia si possono costruire bene grandi opere, soprattutto quando le forze produttive di questo Paese lavorano assieme unendo know how unici e sperimentando modelli innovativi di collaborazione tra imprese e istituzioni».
Presente sul cantiere anche Pietro Salini, ad di Salini Impregilo: «Siamo di fronte a un’opera molto simbolica – ha detto – prodotto di uno spirito di iniziativa collettivo, un’esperienza di collaborazione che da oggi vorremmo chiamare Cantiere Italia, perché ci piacerebbe considerarla come un modello da esportare al resto del Paese per far ripartire le infrastrutture. Questo è considerato il Paese dei cantieri bloccati, abbiamo 36 miliardi di opere bloccate in Italia e con esse il lavoro, lo sviluppo, la crescita dei giovani. Ma quest’opera dimostra che in Italia le infrastrutture si possono fare. E che si possono fare in modo veloce e trasparente mantenendo una altissima qualità. Genova diventa così un simbolo e un precedente per il resto del Paese».
«Quello che costruiremo – ha proseguito Salini – è un ponte ipertecnologico, sostenibile perché capace di autoalimentarsi, sicuro, consegnato alla cittadinanza in tempi record, e realizzato nel primo cantiere al mondo totalmente trasparente, con webcam attive 24 ore su 24, sette giorni su sette. Un cantiere che abbiamo deciso di aprire ai ragazzi, con visite delle scuole primarie e secondarie di Genova, e alla cittadinanza, che grazie allo Spazio Ponte, mostra permanente allestita nel Porto Antico, potrà partecipare alla costruzione di questa bellissima infrastruttura».