Verrà presentata questo pomeriggio nel consiglio della Città metropolitana e domani in quello del Comune di Genova la proposta di fusione tra Amt, l’azienda di trasporto pubblico della città di Genova e Atp, che garantisce il servizio nell’entroterra e nel Levante, ma sull’operazione restano ancora alcune incognite.
Questa mattina a Palazzo Tursi, in commissione, l’amministrazione ha chiarito che l’azionariato della nuova società nata dalla fusione dovrà andare per il 92% in mano pubblica e per l’8% all’ attuale socio privato di Atp, Autoguidovie, nel caso vengano cedute gli immobili, se invece questi rimarranno alla società la proporzione tra pubblico e privato sarà 97-98% contro 2-3%.
Non è ancora nota, però, la posizione in merito di Autoguidovie, che potrebbe essere contraria a questa impostazione.
Inoltre, il 3 dicembre scade il contratto di servizio di Atp. Il Comune intende chiedere una proroga e poi passare all’affidamento diretto alla nuova società. La normativa europea e italiana, però, è complessa, l’affidamento in house è consentito soltanto nel caso di società completamente pubbliche o a larghissima maggioranza pubbliche, bisogna vedere come verrà valutato il caso genovese.
Ieri l’amministrazione e i sindacati di categoria (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna) hanno stretto un accordo quadro in merito all’operazione. Secondo l’accordo tutti i dipendenti confluiranno nella nuova società mantenendo gli attuali contratti. I lavoratori di Amt, che hanno un contratto migliore rispetto ai colleghi di Atp, manterranno le loro condizioni, quelli di Atp potranno crescere progressivamente.