«Non c’è dubbio, Genova può candidarsi a organizzare un’esposizione internazionale sul tema della rivoluzione digitale e del suo impatto economico e sociale. La città ha risorse scientifiche, culturali e industriali che sicuramente motiverebbero questa scelta». Così Paola Girdinio, professore ordinario di Compatibilità Elettromagnetica all’Università di Genova, presidente di Start 4.0, uno degli otto centri di competenza ad alta specializzazione su tematiche Industria 4.0 previsti dal Ministero dello Sviluppo Economico, interviene sul dibattito, aperto dal presidente dell’Autorità portuale di sistema Paolo Emilio Signorini, circa la possibilità di una nuova expo genovese dopo quella del 1992.
Start 4.0
Start 4.0 è un partenariato pubblico-privato con capofila il Consiglio nazionale delle ricerche. L’Associazione coinvolge le seguenti realtà del tessuto economico imprenditoriale genovese e ligure: Abb, Abirk italia, Aitek, Aizoon Consulting, Ansaldo Energia, Ansaldo Sts , Augentes, Autorità di sistema portuale del Mar Ligure orientale, Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale, Camelot Biomedical Systems, Centro per gli studi di tecnica navale Cetena, Circle, Consorzio Ligure delle Piccole e Medie Imprese per il Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, Dgs, Digimat, Distretto Ligure delle Tecnologie Marine società consortile a responsabilità limitata, Ett, European Chemical Management Italia società a responsabilità limitata, Flairbit, Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), Fondazione Ricerca e Imprenditorialità, Fos, Gruppo Sigla, Imaging Technology Abruzzo, Isc, Iren, Leonardo, Liguria Digitale, Netalia, Rina consulting, Sedapta, Siit, Softeco sismat, Softjam, Stam, Tecnologie innovative per il controllo ambientale e lo sviluppo sostenibile.
«Giustamente – prosegue Girdinio – si è sottolineata l’importanza delle attività svolte a Genova da aziende come Leonardo, Rina, Abb, Ansaldo Energia, Fincantieri- Cetena. Del resto, basta vedere quali sono le aziende che fanno parte di Start 4.0 per rendersi conto di quanto in città sia ramificata ed estesa la rete di competenze industriali in questo campo. Il processo di digitalizzazione coinvolge l’industria, i trasporti e la logistica, le infrastrutture e una realtà come il porto, estremamente complessa. Nel porto agiscono fattori che riguardano l’energia, l’ecosistema marino, le infrastrutture strategiche, il trasporto delle merci e quello delle persone e quindi anche la sicurezza e il turismo. Non per nulla opera a Genova una società quotata in Borsa, la Circle, che è specializzata nella digitalizzazione dei traffici portuali. Inoltre la città può contare su notevoli apporti culturali e scientifici, pensiamo all’Istituto italiano di tecnologia, all’Università dove, tra l’altro, si tiene un Master in Innovation. E c’è un gruppo di persone che ha capito il risvolto sociale e politico di questa grande rivoluzione in atto, che non è soltanto tecnologica e va gestita. L’expo potrebbe anche servire a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema e a stimolare la riflessione degli studiosi e degli amministratori politici. Abbiamostudiosi di economia e psicologia che possono dare un contributo importante».
Genova offre un ampio ventaglio di competenze indispensabili non soltanto per sviluppare il tema della rivoluzione digitale nel suo complesso ma anche per affrontare uno degli aspetti strategici di questa rivoluzione, la sicurezza informatica. Non per nulla ha sede nel capoluogo ligure Start 4.0, che è competente per la sicurezza e l’ottimizzazione delle infrastrutture strategiche e, insieme all’Osservatorio Cyber Security, nel giugno scorso ha organizzato la conferenza internazionale “Cset – Cyber security for energy & transport infrastructure 2019” alla quale hanno partecipato i massimi esperti mondiali.
«La cyber security – precisa Girdinio – è uno dei temi su cui dobbiamo impegnarci per il futuro del nostro Paese e certamente dovrebbe essere uno dei filoni dell’expo genovese. La minaccia alla sicurezza informatica è globale e va contrastata a livello sistemico, nessuna azienda da sola può farcela. In passato era una sfida tra tecnici, tra chi creava i sistemi e chi cercava di distruggerli, ma oggi non è più così: nel mondo delle minacce cyber c’è sempre più presente una matrice economica e anche i target possibili sono sempre più numerosi. La digitalizzazione, per esempio, rende più efficienti le infrastrutture ma le rende anche più vulnerabili. Per distruggerle o metterle in crisi non è più indispensabile usare esplosivi o altri mezzi materiali, basta penetrare nei loro sistemi informatici. E questo ormai vale per ogni ambito della nostra vita, non solo per le infrastrutture. Dobbiamo mettere a punto protocolli di intervento e strumenti sempre più intelligenti per generare contromisure valide a questa nuova minaccia globale. Sarebbe bello se un’expo genovese contribuisse a questo processo tecnico, scientifico e politico».