Migliorare il check in a 360 gradi. Il che significa soprattutto crescere nella tecnica di ospitalità, nell’accoglienza interculturale e nella comunicazione sul web. Passando dalle parole ai fatti, tutto ciò si traduce nel piccolo dono di benvenuto in albergo, nell’appetizer offerto mentre si attende l’ordinazione in ristorante particolarmente affollato, la banale acqua per dissetare il cane dell’ospite. Ma anche saper parlare le lingue straniere e presentare un menù tradotto (almeno in inglese). E ancora, migliorare la propria efficacia sul web, con una forte presenza sui social e un sito internet che sappia essere incisivo, facile da utilizzare e intuitivo. Perché il viaggio del turista straniero parte proprio su internet, non a caso si parla di “digital customer journey”.
Queste ancora le lacune dell’offerta turistica ligure. O, guardando il bicchiere mezzo pieno, gli ampi margini di crescita che possono rendere ancora più attrattiva la nostra regione.
Il quadro emerge dall’iniziativa finanziata a livello nazionale da Unioncamere e affidata a Isnart, Istituto nazionale ricerche turistiche, che ha consentito di sperimentare per la prima volta tecnologie 4.0 come i big data e l’intelligenza artificiale, per osservare e interpretare le dinamiche dell’economia turistica locale. Il punto è stato fatto oggi pomeriggio nella sede della Camera di commercio di Genova.
I dati del progetto
18 regioni, 91 territori. 583 attrattori turistici territoriali. 2,5 milioni di dati inseriti. 450 imprese innovatrici. 98 mila pagine social e 102 mila annunci di seconde case. Oltre 600 mila dati e informazioni delle banche dati sul turismo del sistema camerale.
«Tra le nuove funzioni delle camere di commercio c’è la loro piena valenza nella valorizzazione del patrimonio culturale e turistico – spiega Antonella Fiorelli di Isnart – Alla luce dell’importanza del settore, gli enti camerali italiani hanno lavorato sulla creazione di due ecosistemi digitali e sulla creazione di avanguardie territoriali. Prima di tutto, è stata creata a livello centralizzato la mappa delle opportunità che identifica gli attrattori dei vari territori: attraverso un sistema di intelligenza artificiale si cerca di capire il legame che tale attrattore ha con i servizi turistici. Per esempio, a livello locale, i servizi turistici intorno all’Acquario di Genova, dai trasporti alla ristorazione». L’altra piattaforma riguarda l’osservazione economica rivisitata: «Una nuova piattaforma aperta ai big data: abbiamo messo insieme i grandi numeri del turismo e, attraverso l’elaborazione di algoritmi, creiamo una foto dei territori e confronti tra di loro. Strumenti validi per poter indirizzare le politiche di sviluppo turistico. Il progetto è iniziato quest’anno, ma la piattaforma è dinamica e proseguirà crescendo nei prossimi anni». La terza risposta è quella delle avanguardie del turismo: «Abbiamo coinvolto circa 500 imprese, scelte dalle unioni camerali, che hanno fatto delle innovazioni un successo».
In Liguria le avanguardie identificate sono le genovesi Mog, società che gestisce il piano superiore del mercato orientale, cambiando in pochi mesi il rapporto del mercato con i turisti e i residenti, e Its4Kids, impresa di una mamma che offre una piattaforma web per la community di chi viaggia con bambini al seguito. Alla Spezia sono state identificate il frantoio Lucchi & Guastalli, impresa legata al mondo dell’enogastronomia, attenta anche all’ambiente, e Doin, consorzio che offre attività esperienziali immerse nella natura.
Il turismo della Liguria in numeri
23.637 imprese della filiera del turismo. 95.216 addetti. 3.014 aziende presenti sui social network (dati Unioncamere-Isnart)
«Anche nella nostra regione ci sono tanti esempi virtuosi di chi ha saputo innovare in modo davvero efficace – spiega Luisa Puppo, esperta di marketing territoriale, vincitrice del bando di incarico della Camera di commercio Riviere di Liguria per condurre lo studio Isnart sulla Liguria – ma dall’indagine che abbiamo condotto emergono ancora tanti margini di miglioramento». A partire, si diceva, dal check in a 360 gradi: «È tutta la località che ospita l’attrattore che deve saper accogliere in modo efficace – afferma Puppo – Per farlo, occorre presidiare in maniera più incisiva tutte le fasi del viaggio del turista straniero. La prima tappa è il web: il sito internet è fondamentale. Deve essere user friendly, intuitivo, deve saper narrare. E poi c’è tutto l’ambito esperienziale, che bisogna saper identificare e promuovere, soprattutto al giusto target». Anche per la Liguria, il quadrante di opportunità è ricchissimo: non a caso, il piano Enit 2019-2021 ha inserito tra i segmenti prioritari di intervento dal punto di vista turistico l’outdoor e l’enogastronomia. Tra i principali target identificati ci sono i millennial, le famiglie e la terza età. L’esperienza enogastronomica e il turismo nelle città risultano i principali fattori di attrattività. Aree su cui la nostra regione punta da tempo. Ma per sfruttarli, è necessario saper cogliere i punti di forza e lavorare sulle debolezze: «Lo straniero vuole vivere da “local for a day” – ricorda Puppo – la Liguria deve saper costruire un’offerta sulla base di queste esigenze».
Margini di miglioramento, dunque, nella ristorazione e nella ricettività, ma non solo. «Abbiamo indagato anche la raggiungibilità dei vari attrattori attraverso i canali fisici – descrive Puppo – Se sui dati macro è più difficili intervenire nell’immediato, sul micro risulta più semplice: un esempio su tutti è la cartellonistica, che potrebbe essere più efficace con un’immagine coordinata, una segnaletica più chiara, magari tradotta in lingua straniera e perfezionata con un trattamento anti-vandalismo. Da migliorare anche l’uso delle app». Altro esempio, i trasporti pubblici: «A Genova, città verticale, abbiamo forme di trasporto pubblico, come ascensori e funicolari, che sono fruite anche come esperienza turistica e i viaggiatori ne rimangono affascinati. Un punto a nostro favore, ma che purtroppo sappiamo comunicare ancora troppo poco».