La Liguria nel 2017 ha prodotto 2,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Circa 200 mila in più rispetto all’anno precedente. Sono cifre contenute nel rapporto rifiuti speciali realizzato da Ispra. I rifiuti speciali in Liguria incidono per il 53,3% sul dato totale di produzione regionale. Ne ha smaltiti di meno rispetto al 2016: (-59 mila tonnellate, -12,3%).
Tuttavia per quantità, la Liguria è, insieme alla Valle d’Aosta, la “cenerentola” della produzione accanto alle altre regioni del Nord Italia che in Italia fa la parte del leone.
Le 2,4 milioni di tonnellate rappresentano una quantità che “vale” il quint’ultimo posto tra tutte le regioni. Di queste, 27.511 tonnellate vengono esportate in altre località fuori dal territorio regionale (14° posto in Italia). 25.308 invece vengono importati da fuori (nono posto nazionale).
Il 38,8% della produzione della Liguria è rappresentato dai rifiuti del capitolo 13, ossia oli esauriti e residui di combustibili liquidi (tranne oli commestibili).
La percentuale di rifiuti pericolosi sul totale dei rifiuti speciali prodotti nel 2016 era del 10%, un valore particolarmente alto (solo Sardegna, Basilicata e Lombardia avevano percentuali più consistenti), sceso al 6,4% nel 2017.
Di questi rifiuti si sono recuperate 60.550 tonnellate di rifiuti non pericolosi destinati a “coincenerimento”. In Liguria sono 5 gli impianti produttivi che possono farlo.
120.653 tonnellate di rifiuti non pericolosi vengono smaltite in discarica per rifiuti inerti. 298.002 tonnellate di rifiuti non pericolosi sono smaltiti in discariche dedicate a questo tipo di rifiuti.
Andando a guardare i rifiuti contenenti amianto, nel 2017 sono state 3.124 le tonnellate prodotte in Liguria. Di queste la stragrande maggioranza (oltre 2.400), era contenuta in materiali da costruzione. 690 tonnellate invece in materiali isolanti, mentre 19 in apparecchiature fuori uso e 13 tonnellate in imballaggi metallici contenenti matrici solide pericolose, compresi i contenitori a pressione vuoti.
Anche i fanghi per il trattamento delle acque reflue urbane sono rifiuti speciali. In Liguria ne sono stati prodotti 46.392 da acque reflue urbane, 335 di fanghi pericolosi da acque reflue industriali, 19.527 di fanghi non pericolosi da acque reflue industriali. Un totale di 66.254.
Quanti gli impianti
Nel 2017 la Liguria aveva a disposizione 273 impianti per gestire i rifiuti speciali: 80 di recupero di materia, 32 di auto demolizione, 1 di rottamazione, 24 di recupero di materia presso attività produttive, 22 di trattamento chimico-fisico, biologico e ricondizionamento, 95 di stoccaggio, 5 di coincenerimento presso attività produttive, 11 discariche e 3 di compostaggio a digestione anaerobica. In Liguria non esistono discariche dedicate ai rifiuti contenenti amianto.
Recupero e smaltimento
Ispra fa notare anche che ci sono rifiuti che, nel corso dell’anno 2017, sono stati stoccati in impianti dedicati per essere destinati a successive operazioni di recupero/smaltimento. Il quantitativo totale di rifiuti speciali messi in riserva (R13) e in deposito preliminare (D15), nel corso dell’anno, è pari a oltre 3,2 milioni di tonnellate a livello nazionale. In Liguria sono stati 152.857 tonnellate di non pericolosi, 1.228 di pericolosi per quanti riguarda quelli messi a riserva, 17.795 di rifiuti non pericolosi e 1.220 di quelli pericolosi quelli messi a deposito.
Per quanto riguarda il recupero e lo smaltimento, nella gallery le quantità della Liguria a confronto con il resto d’Italia. In Liguria in discarica, sono stati smaltiti solo rifiuti non pericolosi. Dei rifiuti speciali smaltiti in discarica, poco meno del 30% sono inerti, il resto rifiuti non pericolosi in generale.
Rifiuti come energia
Sono calate le tonnellate di rifiuti speciali utilizzati come fonte di energia in Italia: dalle 95 mila del 2016 alle 60 mila del 2017 (tutti rifiuti non pericolosi), una riduzione del 36,7% per quanto riguarda il biogas recuperato, in totale una riduzione del 41,5%. I rifiuti liguri che diventano energia sono circa il 3% del totale italiano.