Avere sottovalutato il problema dell’accoglienza, difeso le istituzioni europee in modo acritico, senza proporre riforme, e demonizzato Salvini sono gli errori strategici commessi delle forze di centrosinistra che hanno portato al trionfo della Lega in queste elezioni europee. Lo sostiene Dino Cofrancesco, professore emerito di Storia delle dottrine politiche all’Università di Genova, intervistato da Liguria Business Journal.
«Sottovalutare il problema dell’accoglienza – dichiara Cofrancesco – ignorare il “conflitto di civiltà” previsto da uno dei maggiori scienziati politici del nostro tempo, Samuel Huntington, chiudere gli occhi davanti al degrado ambientale causato dalla coabitazione di diverse etnie, tutto questo ha fatto il gioco di Salvini. Non c’è dubbio. Se ne erano accorti già anni fa sociologi di sinistra come Luca Ricolfi, e ora se ne stanno accorgendo pubblicisti e intellettuali come Federico Rampini e Raffaele Simone».
Salvini anche in questa campagna elettorale ha fatto delle accuse contro l’Unione europea uno dei suoi cavalli di battaglia. E ha vinto. Il Pd, però, almeno in termini di percentuali ha recuperato. «Il Pd non si è rimesso certo faticosamente in marcia per essersi richiamato al Manifesto di Ventotene ma per essersi ritrovato come l’unica credibile formazione di sinistra contraria al governo gialloverde. Intendiamoci, per me l’Ue è irrinunciabile, siamo tutti europeisti, l’Europa è la matrice della nostra più profonda identità culturale, indietro non si torna, ma abbiamo il compito di ristrutturare l’edifico comunitario, oggi pieno di crepe».
Salvini è stato attaccato apertamente dalla Chiesa. «Una volta questa demonizzazione era efficace ma in un una fase avanzatissima della secolarizzaione, come quella che stiamo vivendo da tempo, questa demonizzazione fa il gioco di Salvini. Anzi, Papa, Vaticano, gerarchie, con il loro oggettivo universalismo antioccidentale e una pedagogia etico-politica che non è più quella di Tommaso d’Aquino o di Antonio Rosmini ma è quella di Franz Fanon o di José Mariategui stanno rischiando di perdere la presa sulla società civile italiana, che è latino-europea non latino-americana».
Non soltanto vescovi, cardinali e opinionisti cattolici hanno attaccato il leader della Lega. «Sì, si va dal Foglio al Manifesto. Tanti sembrano aver dimenticato che un leader politico capace di ottenere un largo seguito popolare se diventa il nemico pubblico n.1 fa come Buddha, trasforma in fiori le frecce che gli vengono lanciate contro».