Creare maggiore engagement e di conseguenza aumentare i visitatori della categoria “Millennials” per l’Acquario di Genova, migliorare il “collo di bottiglia” delle code che si creano all’imbarco dei passeggeri delle crociere Costa. Si sono confrontati su queste richieste, provenienti dalle stesse aziende, gli studenti universitari che hanno partecipato alla seconda edizione del Samsung Innovation Camp.
Nella sala delle lauree del dipartimento di Economia dell’Università di Genova si sono confrontati i sei gruppi finalisti (tre per progetto aziendale), “combattendo” a colpi di presentazioni efficaci sia nell’esposizione sia nella grafica, mostrando un altissimo livello per essere progetti comunque realizzati da studenti e non da agenzie specializzate. (dopo il box i progetti vincitori).
Cos’è il Samsung Innovation Camp
L’iniziativa, sviluppata da Samsung Electronics Italia in collaborazione con Randstad, è nata con l’idea di accompagnare gli studenti di una rete di università pubbliche italiane in un percorso formativo sull’innovazione, per trasformare il futuro in presente e accompagnare i ragazzi alla scoperta di nuovi scenari professionali. L’obiettivo è formare e mettere in contatto i giovani universitari con le aziende committenti. Un progetto che consente di trasferire agli studenti competenze complementari a quelle che vengono fornite nei tradizionali percorsi accademici attraverso lo studio delle possibilità offerte dall’innovazione tecnologica e dalla digitalizzazione, grazie anche al contatto diretto con imprese del territorio. Samsung Innovation Camp ha messo a disposizione degli studenti di 18 università pubbliche italiane, tra cui quella di Genova, una piattaforma di e-learning costituita da una dashboard di lezioni e contenuti di approfondimento multimediali divisi in 8 moduli da fruire online. I migliori 60 studenti di ogni ateneo, classificati in base al punteggio ottenuto nei test al termine degli 8 moduli, hanno avuto accesso alla seconda fase di formazione in aula presso la propria università di iscrizione, dove hanno potuto seguire le lezioni tenute da un docente dell’ateneo, che ha approfondito i contenuti affrontati nei moduli online, e da professionisti Samsung e Randstad, che hanno tenuto degli interventi formativi rivolti agli studenti. La qualità del corso online e delle lezioni svolte durante la seconda edizione di Samsung Innovation Camp è stata riconosciuta anche a livello accademico: alcune università hanno infatti deciso di offrire da 1 a 3 CFU a chi ha ottenuto l’attestato di partecipazione e/o ha partecipato alla fase in aula e ai lavori di gruppo. «L’iniziativa è alla seconda edizione – racconta Jisun Yu, corporate citizenship specialist di Samsung Electronics Italia – ma è la prima volta che collaboriamo con le università pubbliche e Randstad. 823 gli studenti iscritti, in aula ne sono arrivati 54. I vincitori avranno l’opportunità di presentare il loro progetto nelle aziende committenti».

Vincitore del progetto creativo per l’Acquario di Genova è il terzetto formato da Cecilia Gattino, Federico Lebole e Giacomo Perazzo: 360° plastic world. I tre studenti hanno analizzato quale siano le possibilità di migliorare l’attuale percorso di visita e la gestione dei social network da parte dell’Acquario, ideando una proposta integrata: pannelli informativi digitali a bordo vasca, totem digitali attraverso cui il visitatore può essere informato su eventi, spazi di ristorazione, ma anche veri e propri “smart points” che possano far provare esperienze che il visitatore non può sperimentare per vari motivi, come per esempio la nascita del pesce pagliaccio, che avviene solo di notte. Il team non ha tralasciato l’importanza della condivisione e dei social network, ipotizzando dei punti precisi in cui scattare i selfie, ma anche pensando a implementare due canali come youtube e instagram, che sono quelli più utilizzati dalla fascia 20-30 anni, in cui inserire per esempio video racconti dei biologi, immagini degli “abitanti” dell’Acquario, ma anche all’organizzazione di eventi sulla terrazza, che sinora è poco sfruttata. Addirittura è stato pensato un biglietto speciale solo per la prima parte del percorso e la terrazza, cercando di stimolare così il visitatore a tornare.
L’ultima proposta, che coinvolge Samsung, è una sala in cui si verrebbe immersi in un video a 360° in cui viene raccontata la nascita della plastica e degli effetti che ha sull’ambiente e soprattutto sul mare. Il visitatore verrebbe coinvolto anche nel tentativo di trovare una soluzione al problema.
Gli altri due progetti finalisti per Acquario
Altrettanto meritevoli le proposte del Team Zac (Letizia Anelli, Gabriele Carbone, Irene Marita Zapparata) e di Main Sail (Riccardo Camisasca, Luca De Cesaris, Annamaria Pesci, Federico Giunto).
Il Team Zac ha realizzato un questionario sottoposto a 138 persone dell’età target, in cui è emersa la richiesta di un miglior rapporto qualità-prezzo, e di maggiori attività per i giovani. Si chiedono aperture serali, almeno sino a mezzanotte e una app, in cui verrebbe inserito il calendario degli eventi (con molte conferenze tematiche), la mappa interattiva dell’Acquario, la lista degli animali presenti, un’area clienti. Inoltre, per alcune vasche, il team Zac ha studiato una sorta di macchina del tempo digitale usando la realtà aumentata, in cui si potrebbe vedere i cambiamenti degli habitat a seconda dell’epoca storica e anche nel prossimo futuro.
Main Sail evidenzia come, in tanti Millennials, ma non solo, l’Acquario venga percepito come luogo chiuso e turistico. Il progetto prevede meno tecnologia, per creare un ricordo più tangibile. Riprendendo una prassi del passato (la foto all’ingresso con la mascotte-pinguino), gli studenti hanno pensato a un totem fuori dalla struttura proprio a forma di pinguino, con cui si può interagire, visto che conterrebbe una fotocamera polaroid che può stampare immediatamente le immagini (al costo di un euro). Con un’hashtag ad hoc, #sharethechange, verrebbero veicolati i contenuti anche ambientali che stanno a cuore all’Acquario. A supporto di tutto questo
il team ha ipotizzato 12 mostre a cadenza mensile su tematiche ambientali, il cui calendario sarebbe stampato sul retro delle polaroid e per 10 di esse, il biglietto d’ingresso sarebbe proprio rappresentato dalla polaroid stessa. In ultimo viene ipotizzata la possibilità di creare un sub-brand dell’Acquario anche in chiave merchandising.

Vincitore del progetto per Costa Crociere è il “Gruppo Gestionali²“, formato da Simone De Sanctis, Stefano Fantoni, Andrea Fois e Davide Tripodi.
I quattro studenti hanno intanto evidenziato come sia difficile reperire informazioni anche per finalità di marketing, con l’attuale sistema cartaceo e quante informazioni errate o mancanti siano presenti nel boarding form. La soluzione proposta prevede tre step modulari (è piaciuto molto ai referenti di Costa): il primo step (essential), prevede la creazione di un database condiviso e un boarding form digitale con un algoritmo che consente di evitare anche gli errori umani. Inoltre viene proposta la riprogettazione di Mycosta.it in modo da poter aggiornare il database in tempo reale. Il personale Costa verrebbe dotato di tablet Samsung per eventuali correzioni. Imprescindibile la connessione Wifi al terminal, utile anche per finalità di marketing. Il secondo step (incremental), prevede touch screen e totem informativi.
Il terzo step (innovative) ha ipotizzato la dotazione per i passeggeri di braccialetti dotati di tecnologia Nfc per un’ulteriore digitalizzazione del processo, compresa l’apposizione di smart tag (etichette) sui bagagli per il monitoraggio in tempo reale. I quattro giovani hanno anche ideato eventuali sviluppi futuri (disruptive), citando blockchain e big data analysis.
Gli altri due progetti finalisti per Costa Crociere
Pathways team (Eraldo Hamataj, Araavinth Murugavel, Stefano Traverso) e Gruppo Electric Stars (Antonio Arcelloni, Alessandro Armellin, Federico Gusberti).
Pathways team ha proposto la centralizzazione dell’acquisizione dei dati, ma anche un ridesign della app, inserendo anche il check in online e tutte le informazioni racchiuse in un codice a barre. Infine anche una strategia di gamification per incentivare l’utilizzo dell’app.
Il Gruppo Electric Stars, formato da tre studenti di ingegneria elettrica, ha provato a semplificare il processo mantenendo saldi safety e security. Una card chiamata “Costa and go”, basata su tecnologia Rfid, contenente tutte le informazioni dell’utente, sarebbe spedita a casa, facendo sentire il cliente “coccolato” già prima della partenza. In fase di imbarco basterebbe far leggere la carta al lettore per trasmettere le informazioni necessarie. Per l’imbarco si deve attendere un sms (scelta questa tecnologia in parte obsoleta, ma alla portata anche di chi non possiede uno smartphone). Previsto anche un totem che contenga tecnologia di riconoscimento facciale per concludere la procedura.
«Una bella esperienza che speriamo di replicare per vari motivi – dice Nicoletta Buratti, docente di marketing al Diec – visti i contenuti affrontati nel percorso formativo. Importante anche la contaminazione di team ibridi che hanno potuto integrare le proprie competenze. Il Samsung Innovation Camp ha dato molto in termini di esperienza agli studenti. Perché il rapporto con le aziende è fondamentale. Già con altre iniziative cerchiamo di farli lavorare su tematiche proposte dalle stesse imprese, che trattandosi di problematiche concrete, rende il lavoro molto fruttuoso. Oggi viviamo in un contesto talmente veloce, che avvicinare la teoria alla pratica diventa essenziale anche per favorire apprendimento più utile».