Piazza Affari apre positivamente la prima seduta settimanale, per poi virare quasi subito verso il segno meno: dopo un avvio a +0,17%, l’indice Ftse Mib segna un -0,04% a quota 20.789. Intorno alle 9,40 perde mezzo punto. All Share +0,12%. Complice il rialzo dello spread: il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il titolo tedesco di pari durata segna stamattina 276 punti base rispetto ai 272 punti di venerdì. Il rendimento sale al 2,71% dal 2,68% della chiusura della settimana.
Contrastate invece le altre principali Borse europee: Parigi guadagna lo 0,09% a 5.332 punti, Francoforte cede lo 0,13% a 12.044 punti e Londra cede lo 0,04% a 7.203 punti.
Sul fronte asiatico, chiusura in calo per la Borsa di Tokyo, proseguendo il trend negativo della scorsa. A pesare, ancora l’incertezza sui negoziati commerciali tra gli Usa e la Cina: il Nikkei perde lo 0,72% (-153,64 punti) a 21.191,28 punti e l’indice Topix lo 0,53% (-8,28 punti) a 1.541,14 punti.
A Milano perde terreno Stm (-2,18%), sull’onda lunga delle previsioni di Intel, insieme a
Prysmian (-1,82%). Ma il differenziale sui titoli di stato italiani pesa anche su Banco Bpm (-1,9%), Ubi Banca (-1,51%), Poste (-0,9%), Unicredit (-0,86%) e Intesa (-0,6%).
L’incertezza sulla guerra dei dazi frena i titoli automobilistici, da Pirelli (-1%) a Fca (-0,85%) e Ferrari (-0,76%). In controtendenza Pininfarina (+1,72%). Positive anche Amplifon (+1,31%), Campari (+0,49%) e, tra i titoli a minor capitalizzazione, Tiscali (+9,93%), dopo l’ingresso di Amsicora, nel giorno in cui si riunisce il cda per riassegnare la guida del Gruppo al fondatore Renato Soru.
I prezzi del petrolio aprono contrastati: il Wti con consegna a giugno perde 3 cent a 61,63 dollari al barile, il Brent avanza di 18 cent a 70,80 dollari al barile. I cambi: l’euro apre stabile sopra quota 1,12 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,1235 dollari e 123,27 yen. Giù dollaro/yen a 109,72.